Oltre 158 truffe ai bancomat in tutto il nord Italia da parte di due romeni di 20 e 25 anni. Si trovano ora in carcere in provincia di Firenze. Sette i casi piacentini, tutti compiuti la notte dell'8 luglio scorso. In tutto a Piacenza i due avranno rubato circa un migliaio di euro. Le altre città in cui hanno colpito sono: Brescia, Bergamo, Verona, Vicenza, Biella, Milano, Lecco. Per commettere le truffe utilizzavano carte prepagate intestate ad alcuni prestanome: incrociando i dati e le testimonianze, i carabinieri li hanno scoperti. I due sono accusati di accesso abusivo a sistemi informartici, furto aggravato, utilizzo indebito di carte di credito. Ecco come agivano: i due adottavano la classica truffa della forchetta. Inserendo il bancomat clonato permettevano alla fessura dello sportello da cui escono i soldi di aprirsi e inserivano una sorta di forcina studiata ad hoc dai malviventi. Quando il cliente ritirava, i suoi soldi si incastravano nella forcina e il malcapitato pensava ad un guasto. In seguito i truffatori inserivano di nuovo il bancomat clonato e all’apertura della fessura estraevano la forchetta con i soldi incastrati. Inoltre, i due agivano nel pomeriggio o alla domenica: in questo modo il cliente truffato non poteva rivolgersi alla banca e se ne andava pensando alla rottura del dispositivo. Per questo motivo il capitano dei carabinieri Filippo Lo Franco lancia un appello ai cittadini: in caso di mancata erogazione dei soldi dopo un’operazione allo sportello, si invitano gli utenti a non allontanarsi ma a chiamare subito i carabinieri restando sul posto.
Due i malviventi che hanno agito a Piacenza, ma facevano parte di un’organizzazione più vasta. Tant’è che la Procura distrettuale di Bologna ha denunciato in tutto cinque persone, tra cui i due tratti in arresto. In totale, in tutto il nord Italia, i colpi messi a segno dal gruppo si possono stimare in circa 35mila euro nell’arco di un mese. Senza contare i danni per migliaia di euro alle strutture bancomat. Un’attività che si è protratta dal 6 luglio al 9 agosto 2012. L’organizzazione aveva componenti nelle province di Brescia e Bergamo con appoggi anche a Roma. Nove i colpi messi a segno a Lecco, 11 a Milano, 26 a Brescia, 6 a Verona, 11 a Vicenza, 2 a Lodi, 4 a Parma, 12 a Modena, 10 a Bologna, 2 a Cremona, 6 a Biella, 52 a Roma.