Interrogatori poliziotti arrestati: “Siamo innocenti”. Chiesta scarcerazione

“Si sono dichiarati fermamente innocenti”. A confermarlo gli avvocati difensori, dei sei poliziotti arrestati nei giorni scorsi dai carabinieri con accuse gravissime. Le prime riguardano il filone di inchiesta sugli stupefacenti. Agli agenti della Questura di Piacenza viene contestato il fatto che – secondo la Procura della Repubblica – avrebbero portato, anche utilizzando l’auto di servizio, droga a un noto spacciatore locale, un piacentino di 66 anni che rappresentava il perno di congiunzione tra loro e un fiorente giro di spaccio.

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Le altre accuse consistono nello sfruttamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. Secondo le accuse, gli agenti avrebbero trovato appartamenti in via Roma e in altre strade del centro a transessuali e prostitute irregolari, protetti dai controlli grazie a documenti falsificati dagli stessi poliziotti.

Tra oggi e domani si svolgono gli interrogatori di garanzia Il giudice Giuseppe Bersani ha sentito gli agenti nelle varie carceri in cui sono rinchiusi. Tramite i loro legali Filippo Fornaroli (poliziotto in servizio all’Immigrazione), Stefano Sarchi (un agente della Narcotici) e Stefano Piva (due agenti della narcotici), i legali hanno risposto alle domande, negando ogni ipotesi di reato dichiarandosi “fermamente innocenti”. Per i loro assistiti i legali hanno chiesto la remissione della misura cautelare o in subordine la concessione dei domiciliari. Il giudice ha tempo per pronunciarsi ancora 5 giorni.

“Confidano nell’accertamento corretto dei fatti. Tutte le loro azioni – ha spiegato l’avvocato Piva – sono state determinate dal fine di portare avanti le loro indagini al narcotraffico”.

“E’ andato bene l’interrogatorio, il mio assistito ha ricostruito i fatti e motivato la propria estraneità – ha invece detto l’avvocato Fornaroli, che assiste l’agente dell’ufficio immigrazione insieme al legale Luca Gatti  -, per questo abbiamo chiesto la scarcerazione”.

Interrogatorio breve, hanno fatto sapere i legali – circa un’ora ognuno – che ha poi messo in luce l’aspetto umano per un agente, che si trova lui stesso a dover rispondere a delle accuse così gravi dal carcere. “Emotivamente, dopo aver eseguito molti provvedimenti di quel tipo è ovvio che non si trovi a suo agio – ha fatto sapere l’avvocato Stefano Sarchi, che segue uno dei poliziotti della narcotici – però è sereno per le spiegazioni date. Quindi è implicito il disagio ma proverà la sua innocenza”. Sul conto del suo assistito, Sarchi ha voluto puntualizzare: “Confida di aver risposto alle sue difese, anche in modo efficace al fine di negare le contestazioni o, al peggio, di ridimensionarle in modo decisivo. Comunque, tutte le condotte imputate al mio assistito riguardano un  concorso agevolatore”.

No comment invece dall’avvocato Andrea Perini che assiste uno degli indagati (non un poliziotto).

 

I NOMI DELLA MAXI-INCHIESTA

Nella maxi-inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo sono finiti in manette l'ispettore capo Claudio Anastasio (46 anni), l'assistente capo Paolo Bozzini (41 anni), l'assistente capo Luca Fornasari (47 anni), l'assistente capo Enrico Milanesi (39 anni), gli agenti della Narcotici Paolo Cattivelli (39 anni) e Luciano Pellilli (39 anni): l'Ispettore della penitenziaria Paolo Martino (42 anni), il pensionato Giorgio Cavaciuti (66anni). E ancora Cortes Eridania (40 anni dominicana); Gustavo Cortez (32 anni ecuadoriano); Alexi Mercedes Kelly (36 anni dominicano) e Mercedes de Los Santos (29 anni dominicana).