Profanata la teca del beato Scalabrini: spariti crocifisso, anello e corona

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Clamoroso colpo in Duomo la scorsa notte: una banda di ladri professionisti hanno profanato la teca nella quale sono contenuti i resti del beato Scalabrini rubando la corona d’oro, il crocifisso e l’anello; il tutto senza danneggiare visibilmente la teca stessa. Con ogni probabilità i ladri si sono nascosti nella Cattedrale e sono rimasti all’interno nella notte, dopo la chiusura di ieri sera, e hanno agito con tutta calma. Ad accorgersi del colpo, suor Lina Guzzo, responsabile delle Scalabriniane di Piacenza. Come ogni mattina intorno alle 7.30 si è fermata a pregare di fronte alla teca quando si è accorta che qualcosa non andava: ha guardato meglio e si è accorta che mancavano i paramenti sacri. Immediatamente sono stati avvertiti Padre Parolin e Padre Fongaro per gli scalabriniani, oltre naturalmente alle forze dell’ordine. Sul posto è arrivata la Polizia scientifica che ha iniziato gli accertamenti per capire come possa essere stato messo a segno un colpo del genere. Ancora da definire con precisione l’ammontare del colpo ma pare che parli di svariate migliaia di euro. Alle varie operazioni della Scientifica, accanto a suor Lina, ha assistito anche l’avvocato Claudia Magnaschi che assiste le Scalabriniane.

“Al di là del valore materiale – ha spiegato Fausto Fiorentini, scrittore e responsabile dell’ufficio stampa della Diocesi – credo sia stato un gesto molto grave”. Per asportare gli oggetti, i malviventi hanno infatti forzato la tomba del beato Scalabrini, “mancando di rispetto a un beato che in vita si è impegnato per gli stranieri e i più deboli, anche non cattolici – ha sottolineato Fiorentini -. Da chi ruba in una chiesa non ci si può aspettare molto, però una figura come Scalabrini meriterebbe maggiore rispetto persino per i non credenti” ha chiosato.