«Avevo deciso di troncare la relazione, volevo tornare a dedicarmi alla mia famiglia..». Particolarmente sentita, ieri in Tribunale, la testimonianza della donna che si è sentita costretta a denunciare per stalking il suo ex amante, un 50enne di Carpaneto, responsabile – a quanto pare – di averla molestata con un numero impressionante di sms in pochissimo tempo (più di 500 in poche ore) e di averla addirittura raggiunta sul posto di lavoro.
Tutte condotte che stavano portando la donna – come detto, sposata, madre di famiglia – a non poter più condurre una vita normale e a non riuscire nel suo intento di riconquistare la sua famiglia dopo la “sbandata” amorosa di cui si era pentita e di cui aveva parlato con il marito, il quale a sua volta aveva deciso di perdonarla. Inevitabile, dunque, la denuncia per stalking da parte della donna che ieri in aula, assistita dal suo avvocato Alessandro Bacchetta, ha raccontato la sua verità al giudice Maurizio Boselli rispondendo alle domande del pm d’udienza Antonio Rubino.
Una vera e propria persecuzione, a quanto pare, che, tuttavia, dal punto di vista dell’imputato – difeso dall’avvocato Patrizia Picciotti – era giustificata dalla richiesta che la stessa donna aveva fatto all’imputato qualche tempo prima: nel momento in cui avesse vacillato, avesse deciso di tornare dal marito, pare che avesse raccomandato al suo amante di convincerla a desistere, a rinunciare alla famiglia e a restare con lui. E l’amante, come pare evidente, deve averla presa alla lettera. Di qui il numero enorme di messaggi e i tentativi, per così dire insistenti, di farla tornare da lui. Troppo insistenti, però. Almeno secondo la procura che ha quindi deciso di considerarli persecutori. Ieri il processo, dopo un paio di udienze interlocutorie, è entrato nel vivo con la testimonianza della parte offesa. Lunedì proseguirà con altri testimoni.