Due anni di reclusione per danneggiamento di area militare per il generale dell’Esercito Giuliano Taddei e per i due sottufficiali Bernardino Politi e Francesco Paonessa. E’ la richiesta ufficiale avanza dal pubblico ministero Antonio Colonna al collegio giudicante presieduto da Italo Ghitti (Elena Stoppini e Adele Savastano a latere) al termine di una requisitoria durata poco più di un’ora nel corso della quale ha ricostruito il quadro accusatorio di uno dei procedimenti penali più discussi degli ultimi anni a Piacenza; quello, cioè, che coinvolgeva come princiale imputato l’ex direttore del Polo di mantenimento pesante nord, il generale Giuliano Taddei, presente oggi in aula con i suoi avvocati Giovan Battista Maggiorelli di Viterbo e Giandanese Nigra di Piacenza. Chiesto invece il non luogo a procedere per tutti gli altri imputati: Claudio Barella, Costantino Bellocchio, Carlo Rocca, Oliviero Vecchiato, Mauro Ferri, Alessandro Faggioli e Paolo Quaglia. Motivo: reati prescritti. E si parla dei principali capi di imputazione, quelli cioè che avevano caratterizzato questa vicenda e cioè corruzione, falso ideologico, truffa ai danni dello Stato, furto e i reati ambientali legati a quella che il pm ha definito una mega discarica abusiva ricavata proprio all’interno dell’area dell’ex Pertite che si affaccia sulla via Emilia Pavese, periferia ovest di Piacenza.
Tutto prescritto, dunque, anche se gli avvocati difensori dei vari imputati preferiscono parlare di quadro accusatorio «decisamente ridimensionato». L’avvocato Maggiorelli, in particolare, ha rincarato la dose a margine dell’udienza annunciando già la sua richiesta che avanzerà nell’ultima udienza già calendarizzata e prevista per il 27 giugno: «Riteniamo che non sussista nemmeno il reato di danneggiamento di area militare – ha detto – e naturalmente chiederemo l’assoluzione piena del nostro assistito, il generale Taddei».
Un’indagine nata, o meglio, deflagrata nel 2006 da un esposto anonimo che parlava di rifiuti tossici, addirittura radioattivi, interrati in una vasta area all’interno dell’ex Pertite. Nella sua ricostruzione di oggi, il pm Colonna ha parlato di 1500 metri quadrati di area: «Tonnellate di rifiuti – ha detto in aula – che hanno alzato di quasi cinque metri il livello della campagna, facendo arrivare il terreno al tetto delle “case matte”. In questo contesto si inserisce la distruzione di un bosco, presente nelle foto del 2001, assente nelle foto del 2004. In questo buco c’è andato a finire di tutto. Materiale ferroso, cartaceo, materiale che arrivava dall’ex ospedale militare. Sono stati trovati interrati documenti datati quando già era presente a Piacenza il generale Taddei. Sono state trovate bottiglie di plastica con data di scadenza 2005, 2006, e si tenga conto che l’acqua imbottigliata nella plastica ha una scadenza che non va mai oltre i due anni..».
Ma perché creare questa sorta di discarica? Il motivo, secondo il pubblico ministero, era smaltire illegalmente rifiuti che altrimenti sarebbero dovuti andare nelle discariche ufficiali, per le quali erano stati stanziati importanti fondi statali. Stando agli accertamenti degli investigatori si parlava di oltre 320mila euro, che il pm oggi ha definito una «montagna di soldi pubblici», finiti nelle tasche delle varie persone coinvolte. Non del generale Taddei direttamente, ha spiegato Colonna, precisando che l’alto ufficiale avrebbe beneficiato, semmai, delle attenzioni di una giovane donna “procuratagli” da uno degli altri imputati in cambio di favori, autorizzazioni, compiacenza.
«Non è vero niente. Assolutamente niente di niente» ha detto, a mezza bocca, Giuliano Taddei nel corso di una pausa dell’udienza. Accuse negate ma comunque già cadute, prescritte. Ma sulle quali il pm ha voluto insistere per chiarire il quadro complessivo e per le quali la difesa chiederà, invece, l’assoluzione piena; e non per prescrizione, quindi.
Dopo la requisitoria del pm è toccato al legale Mario Zito dell’avvocatura dello Stato di Bologna, il quale si è di fatto associato alle richieste del pm e si è riservato di avanzare una pretesa risarcitoria in sede civile.
Prossima udienza il 23 maggio, quindi il 13 e il 27 giugno: parleranno i vari avvocati e, infine, parlerà lo stesso generale Taddei, principale imputato, e i suoi difensori. Poi la sentenza prima della pausa estiva.