L’assessore comunale Francesco Timpano risponde al comitato Acqua Bene Comune circa il servizio idrico e parla di “percorsi e bilanci assolutamente trasparenti”. Qui di seguito la risposta integrale fornita dal titolare della delega alle società parteicpate.
“Nel suo ultimo intervento inviato agli organi di stampa, il Comitato Acqua Bene Comune replica alle mie precisazioni sulla gestione del servizio idrico ponendo una serie di domande cui vorrei rispondere in modo puntuale, nell’auspicio che si possa fare definitivamente chiarezza sulle politiche dell’Amministrazione a riguardo. Innanzitutto vorrei ricordare che sindaci e assessori sono chiamati a rispettare e applicare le leggi. Nel caso specifico, l’esito del referendum non impone ai Comuni di procedere con la gestione totalmente pubblica del servizio idrico, ma restituisce loro la possibilità, che dal precedente Governo era stata eliminata, di agire in tal senso: prima di compiere una scelta, mi sembra evidente che sia doveroso verificare qual è la forma più conveniente da attuare in ambito territoriale. Certo, le recenti vicende nel rapporto con Iren dimostrano che è necessario riportare il controllo del servizio idrico più vicino alle Amministrazioni locali titolari dell’affidamento. Ed è indubbio, in quest’ottica, che la gestione totalmente pubblica permetterebbe il pieno controllo da parte delle municipalità sul servizio stesso. D’altra parte, vi sono alcuni problemi legati a questa opzione che devono essere approfonditi e valutati, nell’esclusivo interesse dei cittadini: questo è ciò che farà il Comune di Piacenza. Venendo alle domande del Comitato, che chiede in primo luogo se si condivida il principio sancito dal secondo quesito referendario, che considera l’acqua un bene comune e un diritto umano fondamentale, sul quale non si devono fare profitti, credo che non si possa essere né in accordo né in disaccordo. Semplicemente, l’esito del referendum – che non ha bisogno di commenti, solo di trovare applicazione – ha determinato che non è riconosciuta in tariffa del servizio idrico la remunerazione del capitale investito. Il principio citato non può essere inserito nello Statuto comunale perché, secondo la legislazione vigente, il Comune non ha alcun potere sulla tariffa del servizio idrico, fissata a livello nazionale dall’Autorità per l’Energia e il Gas. Una decisione, questa, assunta dal Governo e a mio parere totalmente sbagliata: il fatto che la tariffa fosse stabilita dall’autorità locale di regolazione (l’Ato, per Piacenza) era garanzia non solo di trasparenza, ma in primo luogo di coerenza con la politica locale di sviluppo del servizio idrico. Ora il calcolo verrà effettuato sulla base di una complessa formula fissata a livello nazionale, il che farà peraltro aumentare il costo del servizio stesso e, collegandosi al tema dell’abolizione della remunerazione del capitale investito, toglie ai sindaci qualsiasi competenza e potere in merito. Su richiesta dell’Autorità nazionale, che ha provveduto alla rielaborazione dei dati, tutti i Comuni della provincia – incluso quello di Piacenza – e Iren hanno comunicato le caratteristiche del servizio idrico. Al momento, operiamo in via transitoria con le tariffe previste dal Piano d’ambito provinciale. Preciso inoltre che i profitti del servizio idrico non sono incassati dall’Amministrazione comunale, bensì dal gestore, che dovrà indubbiamente rispettare la legge conseguente al referendum per i profitti incassati dopo il 21 luglio 2011. A proposito di normative, non posso esimermi dal puntualizzare che la Corte Costituzionale, a differenza di quanto sostiene il Comitato citando alcune sentenze relative al Patto di stabilità e alle società in house, il 13 marzo scorso ha sancito la legittimità dell’articolo 3b, comma 5 del decreto legislativo 138/2010, che sottopone ai vincoli del Patto queste stesse società. Nel riaffermare, infine, che il Tavolo partecipativo già annunciato dal sindaco Paolo Dosi verrà attivato nelle prossime settimane, coerentemente con il percorso di valutazione tecnica che sarà avviato in seno al Consiglio locale di Atersir, respingo con convinzione ogni accusa di mancanza di trasparenza. Il bilancio del servizio idrico integrato di Piacenza è stato fornito qualche tempo fa al Comitato Acqua Bene Comune dal gestore, attraverso l’Amministrazione comunale. Si trattava di un documento sintetico, poiché non corre l’obbligo di dettaglio, ma in ogni caso Atersir ha a disposizione tutte le informazioni necessarie sul servizio idrico, coerentemente con il Piano d’ambito. In conclusione, mi pare che tutti condividiamo l’obiettivo di giungere a una gestione efficiente del sistema, impostata su criteri di correttezza ed equità, da osservare nei confronti della collettività”.