Torna questa notte l’ora legale, lancette avanti di 60 minuti

Questa notte torna l’ora legale. Alle 2 del mattino di domenica 31 marzo le lancette dell’orologio andranno spostate avanti di un’ora. Un’ora di sonno in meno, dunque, ma un’ora di luce in più: domenica, ad esempio, il sole tramonterà attorno alle 18.30, ma grazie all’ora legale gli orologi segneranno le 19.30. Si tornerà all’ora solare domenica 27 ottobre.

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LA CURIOSITA’ – DOVE, QUANDO E PERCHE’ NASCE L’ORA LEGALE

Nelle società antiche e prima della diffusione degli orologi, l’organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi come nelle moderne civiltà industrializzate. I contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, si alzavano sempre all’alba seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera o ritardo in autunno: nell’impero romano la cosiddetta ora prima era sempre quella che seguiva il sorgere del sole, indipendentemente dall’istante in cui questo evento astronomico si verificasse. Nell’età contemporanea l’espediente dell’ora legale non fa così che riprodurre almeno in parte questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni.

Già nel 1784, Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine, pubblicò un’idea sul quotidiano francese Journal de Paris. Le riflessioni di Franklin si basavano sul principio di risparmiare energia ma non trovarono seguito. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willet, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti paesi imitarono la Gran Bretagna in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità. Lo scopo dell’ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario.