Il Castello di Sarmato si svela in occasione del sabato pasquale

La Pasqua 2013 porta ai tanti appassionati di storia e cultura un prezioso dono: l’apertura al pubblico dello splendido Castello di Sarmato, nelle vicinanze del fiume PO, a pochi chilometri da Piacenza. Un gioiello che da anni è la residenza della famiglia del Conte Carlo Pietro Zanardi Landi che ora ha deciso di offrire ai visitatori non solo la vista di parte delle 104 stanze (tutte arredate) del Castello stesso ma anche alcuni pezzi di un tesoro davvero unico come l’archivio documentale custodito nella struttura medioevale. Si tratta di oltre 6.000 documenti originali, datati addirittura dal 1.200, che contengono bolle papali con sigilli, editti, atti proprietà, fascicoli di dimostrazione dei titoli, mappe di insediamenti militari, planimetrie, ecc. alcuni documenti superano i due metri di lunghezza su di un unico pezzo oppure occupano un’intera pelle di pecora perfettamente riconoscibile dalla forma.

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Un tesoro inestimabile e ottimamente conservato che potrebbe senza dubbio aiutare a ricostruire la storia non solo del territorio piacentino ma di tante aree del nostro Paese.

Il castello  di Sarmato è nato da un insediamento di una popolazione di barbari detti Sarmati, che si è stanziata in epoca barbarica.

Si trattava di una struttura difensiva importante sul territorio e le mura del XV secolo ancora visibili ne tracciano la dimensione e la planimetria che racchiude sia la rocca vera e propria che il borgo quattrocentesco e la chiesa del 1600 dedicata a S. Carlo Borromeo.

I primi documenti che fanno cenno alla Famiglia Palastrelli che ne fu proprietaria dall’inizio, risalgono al 1285 e proprio a questa famiglia è legata la leggenda di S. Rocco da Montpellier, protettore degli appestati e dei pellegrini.

La struttura militare evidenzia le tracce di almeno 2 torri poste agli angoli del quadrilatero ed è fiancheggiato da 2 contrafforti uno dei quali è stato recentemente restaurato dal Comune di Sarmato.

All’inizio del XVIII secolo parte della struttura con pregevoli affreschi, fu distrutta da un incendio per opera delle truppe di certo Gierghen comandante forse di soldati prussiani dell’imperatore che svernavano nei ducati farnesiani; un’iscrizione scoperta nel grande salone delle feste ricorda che il restauro conseguente fu terminato nel 1713.

Nei secoli la struttura della rocca – così come gli immobili del borgo circostante – ha subito trasformazioni ed adattamenti che oggi consentono di coniugare il rispetto della costruzione storica con le esigenze di abitabilità moderne.

Ed allora oggi i visitatori saranno certamente stupiti dalla grandezza della struttura e dal pregio degli affreschi e degli arredi che si susseguono di sala in sala in un percorso che non sembra mai avere fine.

I vari piani della rocca racchiudono saloni di grandi dimensioni, un’infinità di salotti e studi,

sontuose camere da letto, varie cucine ed una cappella interna con reliquiari e messali di grande pregio, contenuta in uno spazio limitato racchiuso da una porta che la isola dal resto.

L’ingresso si affaccia da un lato sul grande giardino sopraelevato rispetto alla campagna circostante in direzione del Fiume Po e dall’altro sul cortile interno; lo scalone che porta ai piani superiori dà immediatamente la misura e l’importanza della rocca stessa sottolineandone il respiro da grande residenza.

Passaggi segreti nascosti da porte quasi invisibili che raccontano di storie appassionanti; scale a chiocciola che si aprono improvvisamente in stanze colme di vetrine con mappe colorate a mano nel 1200; letti del 1700 che descrivono il fasto di quell’epoca; delicati affreschi del settecento a coprire completamente volte e pareti; tele quattrocentesche e cinquecentesche appartenenti a scuole di primo piano della pitture di quelle epoche; grandi raffigurazioni degli alberi genealogici e ritratti di signori e condottieri; arredi di grande pregio pronti ad accogliere nobili e Signori. Questo ed altro sono lo scenario da favola che accoglie lo spettatore incuriosito da uno spettacolo certamente inaspettato.

Ed ancora una volta il territorio piacentino scopre uno dei suoi tesori preziosi rimasto per tanto tempo disponibile solo per gli occhi di pochi privilegiati ed oggi, finalmente, reso fruibile ad antiquari, appassionati di storia e cultura e normali turisti dai quali forse sentiremo ancora dire ”ma non avrei mai immaginato ….”

Le visite inizieranno proprio il sabato di Pasqua quando le guide saranno a disposizione (come ogni fine settimana) per accompagnare gli ospiti nell’articolato percorso di scoperta del Castello di Sarmato.