“Un campione eccezionale e un ragazzo al quale tutta Piacenza era molto legata”. A un anno di distanza da quel dannato fatto, il presidente del Copra Elior Guido Molinaroli ricorda così Vigor Bovolenta, il giocatore di volley tragicamente scomparso il 24 marzo di un anno fa stroncato da un malore avvenuto durante la partita fra la sua squadra, Yoga Forlì, e la Lube per il campionato di B2. Dopo essersi accasciato improvvisamente al suolo dopo una battuta, viene trasportato immediatamente all’ospedale di Macerata, dove muore un paio d’ore più tardi. Vigor aveva già sofferto di extrasistole negli anni antecedenti, tanto da essere stato costretto, dodici anni prima della tragedia, ad uno stop di 4 mesi: secondo una prima analisi l’episodio non avrebbe influito sul decesso.
Vigor, uno della generazione dei fenomeni della nazionale italiana, aveva vestito brillantemente la maglia del Copra Piacenza per cinque stagioni diventando un beniamino dei tifosi piacentini. Tanto che al Palabanca una maglia con il numero 14 “domina” le teste di tifosi e giocatori. “Vigor rimarrà per sempre nella storia della pallavolo e in quella della nostra società” ha aggiunto Molinaroli. Proprio al Palabanca di Piacenza il prossimo primo giugno si dovrebbe svolgere il Bovo day contro la nazionale francese. “Mancano solo le autorizzazioni, ma sono assolutamente ottimista” ha aggiunto Molinaroli, uno degli ideatori dell’iniziativa.
“È delittuoso non avere un defibrillatore in un impianto sportivo”. Aveva detto Daniela Aschieri di Progetto Vita pochi giorni fa durante una importante iniziativa. Le morti di Vigor e quella del calciatore Piermario Morosini hanno acceso i riflettori sull’esigenza di dotare gli impianti sportivi di defibrillatori. Negli ultimi dieci anni a Piacenza si sono registrati 17 arresti cardiaci, di cui 9 trattati con defibrillatore per un totale di otto vite salvate. I dati parlano chiaro: l’88% di sopravvivenza laddove c’è un defibrillatore, il 25% dove non c’è. A Piacenza sono 250 gli impianti sportivi ancora sprovvisti. “Troppi defibrillatori? Il concetto di prevenzione, così come per le cinture di sicurezza e gli estintori, non è legato al numero ma averlo dove serve. Bisogna metterlo in ogni impianto” ha aggiunto Aschieri. E proprio oggi pomeriggio alle 18, in occasione della finalissima di ritorno di Challenge cup verranno consegnati cinque nuovi defibrillatori.