Pozzi a Bruxelles: “Piacenza nel cuore, ma nell’agricoltura la sfida è qui”

Primo impatto positivo a Bruxelles, per l’ex assessore provinciale all’Agricoltura Filippo Pozzi. Da un paio di settimane si trova nella capitale belga, dove ricopre l’incarico di political advisor per il gruppo Efd del Parlamento Europeo, il gruppo delle forze politiche autonomiste.

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Un balzo, dalla giunta di via Garibaldi all’Europa, che Pozzi sembra vivere con molta dedizione: “Sì, anche perché bisogna percepire l’importanza delle scelte che vengono prese a livello europeo e la loro influenza anche a livello locale sarà sempre maggiore – ha spiegato contattato telefonicamente –, me ne accorgo vedendo la mole e l’ampiezza degli argomenti che qui vengono trattati. Passa di tutto, da cose utili ad altre meno, ma sono presenti aspetti strategici. Nell’agricoltura il vero ruolo è giocato qui”.

Pozzi, 37 anni, in quota Lega Nord non è nuovo ad incarichi che hanno a che fare con l’Europa. All’interno del Carroccio, infatti, ha già ricoperto il ruolo di collaboratore presso l’Ufficio Legislativo Nazionale del movimento nell’ufficio Enti Locali e, dal 2003, come responsabile del

settore Agroalimentare e rapporti con il Parlamento Europeo.

“Comunque un bel salto” ha ammesso l’ex assessore, che ci ha poi illustrato il suo impegno nel comprendere i meccanismi legislativi che muovono il suo nuovo ruolo: “Direi che è molto interessante, anche per i molti giovani impiegati. Spero e penso che sia un bel segnale, soprattutto per noi italiani abituati a un contesto in Italia dove di giovani ce ne sono ancora pochi”.

Poi si è espresso sul suo successore, Manuel Ghilardelli,  che proprio ieri pare aver dettato la linea guida che tratteggerà il suo mandato: “Sburocratizzare il settore agricolo” ha annunciato. “Ha colpito nel segno – ha detto Pozzi –  oggi diverse ore nell’azienda agricola vengono dedicate agli oneri burocratici. Ed è tempo tolto alla produzione. E’ una piaga che interessa tutti i settori e parte dall’Europa, per propagarsi  agli enti territoriali. Ma ora la  nuova politica comunitaria dovrebbe riuscire a dare un segnale in quella direzione”.

Poche settimane, è vero, ma c’è già qualcosa che manca della sua Piacenza gli chiediamo? “A differenza dei luoghi comuni, Bruxelles dal punto di vista enogastronomico ha un’offerta a 360 gradi. Si pensa a una città buia e triste per il tempo poco clemente. Così non è. Per ora non manca ancora l’elemento della ‘piacentinità’ – ha tenuto a sottolineare Pozzi – perché viaggio e torno ogni fine settimana. Il legame non si è rotto e farò in modo che non accada. Ho nel cuore il nostro territorio ma ora devo approfondire la materia comunitaria che assorbe la totalità del mio tempo”.