Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e primatista mondiale dei 200 metri dal 1979 al 1996, che da tempo stava lottando contro un tumore, è morto questa mattina in una clinica romana. Aveva 60 anni e tra le sue ultime grandi battaglie ricordiamo la lotta al doping, attraverso la diffusione dei valori nel mondo dello sport.
Camera ardente al Coni
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò ha disposto l’allestimento della camera ardente per oggi pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma. Prima della sfida con il Brasile, questa sera, la nazionale di calcio osserverà un minuto di silenzio. Gli azzurri avranno inoltre il lutto al braccio.
Grande uomo di sport, non solo per le vittorie
Mennea è stato un grande uomo di sport per tanti aspetti. –sottolinea l’ex Presidente della Fidal di Piacenza Sergio Morandi – La sua grande capacità di dedicare tutto il suo tempo agli allenamenti. Le sue vittorie sono arrivate solo grazie ai suo sforzi. E’ il simbolo dell’atleta pulito, anche in questi ultimi anni stava facendo una grande battaglia al doping cercando di insegnare ai giovani la cultura dello sport pulito. E’ anche il simbolo dello sport povero, arrivava da Barletta e grazie alla sua semplicità ha conquistato tutti, aldilà delle sue vittorie. Spero riescano a dedicargli tante cose, perché lo merita!”