La Festa del papà è una ricorrenza, solitamente, poco sentita nella nostra società. Ma c’è una categoria di persone per la quale rappresenta una delle poche possibilità di vivere alcuni attimi di normalità. Se di normalità si può parlare. Si tratta dei detenuti, che oggi hanno avuto l’opportunità di rivedere i propri figli, accompagnati da mamme e parenti. L’iniziativa, che ha coinvolto per il secondo anno consecutivo alcuni bambini che vivono questa condizione di privazione, è stata resa possibile grazie all’impegno dell’amministrazione comunale, del direttore del carcere Caterina Zurlo e dell’associazione Oltre il Muro, insieme al Centro per le Famiglie.
“Nella vita si può sbagliare ma certi momenti sono importanti ed emozionanti” ha spiegato una delle mamme uscite dall’incontro con il marito detenuto alle Novate. Poche parole, soprattutto a microfoni spenti, perché il momento è stato particolarmente toccante per delle donne costrette a crescere i propri figli senza l’uomo che amano al proprio fianco. “Nella vita si può sbagliare, oppure ci sono anche tanti innocenti. Ma, al di la di questo, sono stata contenta di aver potuto passare un momento del genere” ha detto un’altra. “Complimenti a chi ha organizzato lo spettacolo. Non parlo solo dell’arte, quanto della possibilità di potersi riabbracciare” ha invece sottolineato il fratello di una mamma, visto che lei non parla italiano, che l’ha accompagnato dal marito carcerato.
Emozionante, anche perché “non vediamo l’ora che esca suo padre, visto che siamo in difficoltà per tante cose” si è sentita di dire un’altra, visibilmente scioccata all’uscita, stringendo il piccolo di pochi mesi al petto. “E’ stato bello, ci siamo divertiti” ha voluto far sapere un’altra, il cui figlio di una decina di anni è uscito sorridendo e correndo dietro al fratello più piccolo, come a buttarsi alle spalle un peso più grande di loro. “Una giornata speciale, diversa dalle altre, sono felice. Ce ne vorrebbero di più di momenti così. Anzi, lo porterei a casa stasera mio marito. Si sta male senza averlo a fianco”, dice prima di andarsene con gli occhi ancora lucidi.
Presente poi Barbara De Biasio, del Centro per le famiglie, che ha raccontato il clima che si respirava: “All’inizio erano un po’ tutti sospesi. I papà con le mamme e i bambini non si vedevano da tempo. Sono stati molto discreti anche gli agenti di custodia e non essendoci stati discorsi ufficiali, ha aiutato. Nel momento della merenda i genitori hanno potuto parlarsi”
Ad allietare l’ora e mezza di spensieratezza all’interno del carcere, gli animatori della compagnia Pappa e Pero. Di loro si è fatto portavoce Andrea Roda: “E’ il secondo anno ma è sempre molto forte. Venendo da fuori ti accorgi che è un mondo a sé. Soprattutto nella giornata del papà. Anche una guardia lo diceva, che è un giorno particolare, con i bambini che corrono per i corridoi. Questo arricchisce il valore della giornata”. Lo spettacolo, ha invece chiarito Sara Dallavalle “è stata una narrazione, utilizzando per le scenografie oggetti di uso comune. Con l’idea che, da ogni piccola cosa, possa nascere una favola”.