Continuano le attività del Teatro Trieste 34 in collaborazione della compagnia TraAttori sulla formazione teatrale legata alla improvvisazione. Sabato 23 e Domenica 24 marzo il teatro ospiterà il laboratorio di improvvisazione condotto Simone Tani, sulla tecnica della Trans Mask.
Il corso è finalizzato alla pratica delle Trance Masks e delle Full Masks e conterrà anche esercizi di clown, physical comedy ed improvvisazione.
La tecnica delle Trance Mask è frutto della ricerca di Keith Johnstone al Royal Court Theatre diLondra e successivamente al Loose Moose Theatre da lui fondato a Calgary in Canada.La ricerca parte dai riti degli stregoni africani e si fonde con le tecniche di utilizzo dellamaschera del teatro moderno. La tecnica delle Trance Masks permette di esplorare un lato prettamente viscerale del rapporto attore- maschera, con il risultato di un personaggio vivo,autentico nell’istintività, totalmente primitivo nella parola come nei comportamenti, quasi animalesco. Indossata la maschera viene mostrato uno specchio e chiesto a chi la indossa di accordare la bocca con l’espressione della maschera ed emettere un suono che corrispondaa quanto si vede nello specchio. Utilizzando lo shock causato dallo specchio, l’identificazione con la maschera è molto forte, assimilabile ad uno sdoppiamento della personalità. Per questo si parla di trance . Una volta che si trova un personaggio con questa tecnica, il lavoro dell’attore consiste nel non interferire con la maschera, evitando di controllare ciò che fa o dice il personaggio. Il personaggio sarà sviluppato con un percorso di apprendimento fatto di interazione con gli oggetti, con gli ambienti e con gli altri personaggi.
Le full masks coprono interamente il viso e non permettono all’attore di parlare. Anche gli occhi sono schermati e non visibili allo spettatore. Questa apparente incomunicabilità amplificherà la comunicazione attraverso l’utilizzo del corpo. Gli attori verrano pertanto guidati nella ricercadi un diverso modo di comunicare e stare sul palco che prevede la minimizzazione della gestualità, che istintivamente si tende ad accentuare quando viene tolta la parola. Attraverso scene improvvisate ed esercizi si sperimenterà la possibilità di trasmettere chiaramente le emozioni dei personaggi, anche quelle contrastanti con l’espressione della maschera, senza doverle descrivere con parole o gesti. Il lavoro con le maschere sarà alternato con esercizi di improvvisazione e clown e physical comedy.
Simone Tani si è formato a Roma alla scuola di improvvisazione teatrale Verba Volant, haapprofondito lo studio dell’improvvisazione con Keith Johnstone al Loose Moose theatre a Calgary, clown e physical comedy al Second City Theatre a Chicago e a Londra con MarkBell e Peta Lily (Dark clown), Trance e Full Masks con Steve Jarand (Calgary), commedia dell’arte con Carlo Boso e con Onda d’urto teatro a Roma. Attualmente studia teatro alla Ecole Philippe Gaulier a Parigi. Fondatore e membro della compagnia di improvvisazione teatrale i Bugiardini di Roma e del duo Anam di Cagliari che si dedica alla realizzazione di spettacoli con trance e full masks. Oltre ad aver preso parte a diversi spettacoli di improvvisazione in varie città Italiane, a Calgary ed a Londra (Match d’improvvisazione, Micetro,”…”, Off thecuff, Alibi improbabili, Le faremo sapere), ha realizzato con Anam tre corti con trance e fullmask presentati all’Alto Fest di Napoli nel 2011 e nel 2012 a Parigi ha realizzato e codiretto lo spettacolo Mirror Mask Show ed ha preso parte allo spettacolo Hook ed organizzato dalla compagnia Improfessional. Insegna improvvisazione, trance e full mask in Italia, Inghilterra e Francia.
Indicazioni per i partecipanti: minimo 6, massimo 18. Sono necessari due tavoli di medie dimensioni ed un tavolino, un divano, cinque sedie, alcune sciarpe e cappelli, una cesta con oggetti di varie forme e colori per l’interazione con le maschere.