In occasione della XXI Giornata di Primavera del FAI, gli apprendisti ciceroni del Liceo Colombini e del Liceo Mattei di Fiorenzuola, hanno concentrato la loro attenzione su una Piazza considerata marginale dalla Città, Piazza Cittadella, un luogo, o un “non luogo” secondo la definizione dell’antropologo Augé, vissuto quasi solo come un passaggio, che nasconde, in realtà, tesori di grande pregio. Il progetto attuato con la Delegazione FAI di Piacenza, e approvato per il suo interesse anche dai Responsabili della Cultura e dalla Presidenza regionale FAI dell’Emilia, parte dal presupposto che la Piazza sia, o debba diventare, un luogo della socialità, un crogiolo di culture e civiltà, nodo primario della forma della città. Tra le tante piazze, piazzette e slarghi di Piacenza, si parlerà dunque di Piazza Cittadella, un complesso ed unico “Museo all’aperto della vita di Piacenza” di cui viviamo quotidianamente i limiti fisico-spaziali in modo frettoloso, scuotendo la testa e mugugnando per il degrado e la “povertà” di decoro e di relazioni.
Punti focali della visita saranno edifici solitamente inaccessibili: la Chiesa di Santa Maria del Carmine, la cui abside affaccia sulla Piazzetta Casali, le scuderie ducali di Maria Luigia d’Austria, oggi inclusi negli spazi della caserma Bixio e che furono costruite sul sito dello scomparso Teatro dei Farnese, e i Chiostri della Chiesa di San Sisto compresi nella caserma Nicolai. Infatti le traversie, prima napoleoniche e poi post unitarie hanno fatto sì che nel monumentale complesso la chiesa fosse distinta dal complesso monastico. La quasi totalità del monastero risulta oggi occupata dai militari del Secondo Reggimento Genio Pontieri ed in buona parte i Chiostri sono appunto all’interno della zona militare.
L’importante complesso religioso del Carmine sorse a Piacenza nel 1334 ad opera di un gruppo di Carmelitani emigrati in Europa a causa delle frequenti incursioni dei musulmani nei territori sacri e stabilitisi in città già dal 1270; dalla riforma dell’ordine, attuata nel 1592, nacquero i Carmelitani scalzi. In questo periodo la chiesa, eretta in stile gotico, e poi rifatta secondo il gusto rinascimentale nel ‘500, fu trasformata secondo lo stile barocco. Nel 1746, sotto il dominio borbonico, fu chiusa temporaneamente al culto e trasformata in ospedale militare, non disponendo la città di un edificio specifico, e cinquant’anni dopo divenne una caserma. Il colpo finale le venne nel 1805 con la soppressione dell’ordine dei Carmelitani e la confisca dei loro beni da parte di Napoleone. La chiesa fu così chiusa definitivamente al culto e trasformata in stalla per cavalli, con il pavimento fatto di grossi ciottoli. Nello stesso anno fu ricavato, all’interno del complesso monastico, il macello pubblico che sarebbe restato in funzione fino al 1894. Trasformata successivamente in magazzino di proprietà comunale, è stata sottoposta, nel 1981 e nel 2008, ad interventi di risanamento e consolidamento statico, ma è ancora in attesa di un suo consono riutilizzo.
Piazza Cittadella è, dal punto di vista architettonico-urbanistico, testimonianza dell’avvento a Piacenza dei poteri ducali di età rinascimentale e barocca: l’edificio più antico della piazza è infatti la rocca viscontea risalente al 1373. Tuttavia l’area della piazza nasconde testimonianze storiche e urbanistiche molto più antiche, risalenti alla tarda romanità e all’Alto Medioevo. La sua origine si deve a Galeazzo Visconti che, nel 1315, individuò nell’area detta “il Campo” chiamato “delle Novelle e della Fiera”, presso il rio Fodesta, il luogo per fare erigere il suo Palazzo-fortezza. In quei tempi sull’area sorgeva il medievale quartiere detto Borgo San Leonardo, popolato da pescatori e commercianti, in buona parte smantellato per fare spazio alla nuova costruzione. L’area tra il centro storico e la nuova rocca assunse per la prima volta la configurazione dello slargo, ottenuto con sventramenti nel tessuto urbano; questo spazio rispondeva unicamente a ragioni difensive e militari, di avvistamento di eventuali nemici o rivoltosi in avvicinamento al castello. Da allora lo slargo prese il nome attuale di Cittadella, proprio perché il nuovo castello ne era il principale elemento distintivo. La zona della piazza si era così trasformata da borgo mercantile medievale in area militare, espressione del potere straniero sulla città.
La Cittadella acquista lustro nel XVI sec. con l’arrivo di Pier Luigi Farnese (1545). Il Palazzo Farnese, iniziato nel 1558 su progetto del Vignola, realizzato solo in parte, acquisisce con Margherita la funzione rinascimentale del casino per l’otium,) tipico delle corti emiliane e di quella ferrarese in particolare. Sul lato occidentale del Palazzo Farnese, c’era il Teatro Ducale, inaugurato prima del 1641, distrutto da un incendio tra il 24 e il 25 dicembre 1798 e congiunto al Palazzo con un passaggio.
L’estraneità di piazza Cittadella rispetto alla città fu riconfermata ancora nella seconda metà dell’Ottocento e poi nel Ventennio fascista: la piazza e i suoi paraggi divennero, prima, sede di vaste strutture militari, prive di ogni funzione pubblica o comunitaria; in epoca fascista si tentò una riqualificazione della vicina piazzetta Casali, diventata un polo celebrativo del Regime con la costruzione della Casa del Combattente e di quella del Mutilato Invalido, ma anche in questo caso i piacentini non si riconobbero nelle nuove realtà e continuarono ad avvertire la propria identità civica e le proprie radici nella piazza dei Cavalli e nel centro storico; anche piazza Casali, come la vicina piazza Cittadella, fu abbandonata ad un’edilizia anonima e disorganica. Nel 1954 viene realizzato il Mercatino Rionale Coperto, mercato che va ad occupare la parte centrale di Piazza Casali; nel 1955 viene eretto l’edifico della Stazione delle corriere (capolinea autobus) e la rimanente parte scoperta è destinata a parcheggio. Si compie così la completa frantumazione di un vuoto: la gente passa, svolge le sue funzioni ma non vive questo spazio. Piazza Cittadella è tutt’oggi il risultato di una stratificazione progettuale che non ha mai trovato una soluzione, è ancora alla “tesa ricerca del suo animo”, è oggi la scommessa più importante e complessa con cui confrontarsi.
Gli apprendisti ciceroni, dunque, desiderano aprire alla città edifici di pregio normalmente occultati e soprattutto dare il via a un dibattito su una possibile riqualificazione di tutta l’area: per la stesura dei progetti che verranno presentati si è tenuto conto di altri già esistenti e sono stati considerati i bisogni del quartiere e della città, che può finalmente rinascere grazie alle opportunità offerte dalla consistente presenza di aree demaniali in via di dismissione e dalla partecipazione di Piacenza al programma dei “Territori snodo” 2007-2013, finanziato dal Ministero delle Infrastrutture per la valorizzazione di 50 città italiane riconosciute tali, che si impegnano a modernizzare la rete delle infrastrutture, la mobilità urbana e affrontano i temi della riqualificazione valorizzando i centri storici.
Piazza Cittadella per i ciceroni può diventare un ” centro di valorizzazione per la conservazione e la diffusione delle tradizioni artigianali ed enogastronomiche piacentine” morbidamente adagiata nel verde, liberata dagli autobus e dalle caserme, a fare sfoggio dei suoi tesori: il Farnese con la Rocca Viscontea, la vicina Chiesa di San Fermo, i complessi monastici del Carmine e di San Sisto, con i bei chiostri cinquecenteschi finalmente liberati dalla lunga prigionia, insieme alle stalle della duchessa Maria Luigia e a quello che resta del Teatro Farnesiano.
Eventi collaterali
Cappella Ducale, Palazzo Farnese sabato 23 ore 10,00 Presentazione dell’attività alle autorità ed alla cittadinanza Ogni scuola presenterà una propria visione sul tema della piazza attraverso filmati, letture, poesie, musiche, fotografie.
Per Piazza Cittadella
Sabato 23 ore 12,30- 17,00 ultima visita Domenica 24, ore 10,00– 17.00 ultima visita
Piazza Borgo ed il suo quartiere
Piazza Borgo, al centro di un reticolo di storiche vie, prende il nome da “sobborgo”, trovandosi alle porte della cinta muraria. Limite a ovest della vecchia città romana si formò quando nell’XI° secolo con il fenomeno dell’inurbamento arrivarono delle masse cittadine dalla campagna sperando di trovare fortuna. Non trovando posto in città, ancora delimitata dalle vecchie mura romane, costruirono le loro case al di fuori del territorio urbano, case che furono poi inglobate dal comune in seguito. E’ affascinante almeno sfiorare il fenomeno della nascita di questi borghi extramurari, sorti quasi per spontanea gemmazione spesso intorno ad una chiesa, e via via cresciuti d’importanza soprattutto dopo l’anno Mille. Furono secoli di migrazioni dalle campagne verso le città, dove la vita nei borghi si faceva sempre più vivace e più ricca non solo per la presenza delle strade tanto frequentate da commercianti, viandanti e pellegrini, ma soprattutto per l’esistenza di numerosissimi rivi che fornivano forza motrice e benessere: ne restano in zona numerosi interessanti toponimi. Il Borgo sorto intorno alla chiesa con hospitium di Santa Brigida, importante luogo di sosta per i pellegrini irlandesi sulla via Francigena, si qualifica dunque come polo industriale e mercantile, abitato da gente operosa e industriosa. Vi era la presenza di importanti edifici delle grandi famiglie emergenti per censo: il Borgo di Santa Brigida era zona “scotesca”.
Lo sviluppo urbanistico del quartiere e le interessanti presenze architettoniche che si affacciano sulla piazza, testimonianza delle differenti epoche, saranno oggetto del percorso di visita organizzato dagli accompagnatori culturali della Delegazione FAI di Piacenza nelle giornate di sabato 23 e domenica 24 marzo a partire dalle ore 10 con orario continuato, fino alle ore 17, orario di partenza dell’ultima visita. Solo per gli aderenti FAI nel pomeriggio di venerdì 22 marzo ci saranno tre percorsi guidati per approfondire non solo la storia e le trasformazioni di Piazza Borgo, ma anche l’architettura di alcuni importanti palazzi, attraverso la lettura delle facciate e dei cortili interni, eccezionalmente visitabili.
Le visite del venerdì pomeriggio sono per motivi organizzativi solo su prenotazione presso i Punti FAI: Libreria del Corso, Corso Vittorio Emanuele 160, Piacenza – tel. 0523 384335 – Agenzia Viaggi Planetario, Piazza Cavalli 33/34, Piacenza – tel. 0523 338410 – Fax 0523 388769 oppure presso la Segreteria Delegazione FAI di Piacenza in via G. Taverna, 48 Piacenza – tel. 0523 325440 – 347 5414633 – fax 0523 325440 – mail: delegazionefai.piacenza@fondoambiente.it Le visite sono alle ore 15, alle ore 16 e alle ore 17, accompagnati nell’ordine da Mimma Berzolla, Anna Tagliaferri e Maria Elena Boscarelli, curatrici del percorso, delegate e volontarie FAI.