“La nostra paura è rimanere in mezzo a una strada, così, da un giorno all’altro”. Ed è la paura con cui convivono in queste ore i profughi del Ferrhotel di piazzale Marconi che dal 28 febbraio non riceve più le sovvenzioni statali stanziate negli ultimi due anni dopo l’emergenza della Primavera araba. Ne sono rimasti circa 40, su 73 in totale. Molti di loro hanno già ritirato il sussidio di 500 euro, anche se alcuni non dispongono ancora dei documenti.
Sovvenzioni scadute e dalla struttura, dunque, devono andarsene o per tornare nei loro paesi d’origine o rimanendo qui ma pagandosi una sistemazione. E di lavoro non ne hanno.
Per ora Carlo Loranzi, gestore dell’albergo, sta dando una mano a questi ragazzi ma non potrà certo farlo a lungo. Ma da oggi c’è un soggetto in più che si sta occupando della questione ed è l’associazione Via Roma Città Aperta. Bernardo Carli e Maurizio Bottigelli, nel primo pomeriggio di oggi sono andati al Ferrhotel per capire in che modo rendersi utili.
Qui hanno completato una sorta di censimento delle competenze di questi stranieri per sapere cosa sanno fare e quindi aiutarli in modo più mirato. C’è chi fa il saldatore, chì il muratore eccetera…“ma nessuno glielo aveva ancora chiesto” ha detto Carli. Il quale, insieme a Bottigelli, ha chiesto un incontro con il prefetto per capire, anche in termini operativi, in che modo rendersi utili.
Un incontro, tra il gestore della struttura, i profughi e l’associazione che opera principalmente in via Roma, che pare rappresentare l’ultima ancora di salvezza per i profughi. “Siamo qui per metterci a disposizione – ha spiegato Carli. Abbiamo molti amici e possiamo provare a dargli un alloggio temporaneo. Anche per il lavoro, possiamo fare da tramite tra domanda e offerta”. Poi il presidente dell’associazione non ha nascosto di aver mandato un messaggio al sindaco Paolo Dosi, “dove lo informavo della nostra iniziativa, spero e credo che ci darà una risposta. Non possiamo fare niente senza il supporto del Comune”. E’ vero anche, però, che non sono state risparmiate critiche all’amministrazione, soprattutto per la gestione degli stranieri negli ultimi mesi. A farsi portavoce del malessere è Fulvio Poggi, ex dirigente comunale che si è impegnato insieme a Loranzi nel trovare un lavoro agli stranieri: “Il Comune è evanescente. Avevamo proposto di fargli fare dei lavoro socialmente utili. Non è arrivata risposta. Ma è soprattutto l’assessore Palladini (Pari opportunità, ndr) a essere assente – ha detto Poggi -, scappa davanti al problema e lo fa per pigrizia”.