Parietti (Confcommercio) “No a nuovi centri commerciali nel Piacentino”

Pubblichiamo integralmente il comunicato del presidente di Unione Commercianti Piacenza, Alfredo Parietti, contrario all’apertura di nuovi centri commerciali. 

“In questo momento di evidente recessione economica, con i consumi scesi ai livelli del 2004 ed una crescita della disoccupazione salita ad un tasso dell’11,7%, (dati nazionali evidenziati recentemente da Confcommercio) credo opportuna una riflessione su quello che sta accadendo anche a Piacenza e provincia.
Preoccupante rilevare come ormai quotidianamente chiude la bottega sotto casa, l’alimentare in periferia, la libreria storica in una via centralissima, spariscono le vecchie insegne che per decenni, dal boom economico degli anni 60 – 70 hanno caratterizzato interi quartieri e vie centrali della nostra città.
Quello che non ha provocato l’assalto dei centri commerciali  nelle città, lo sta facendo la crisi economica: nelle città, purtroppo, è in atto un processo di desertificazione urbana molto preoccupante. I negozi di vicinato abbassano la saracinesca ed il numero medio degli esercizi al dettaglio ogni mille abitanti, sta crollando con effetti difficilmente riparabili almeno in un breve arco di tempo.
Le cause di questo processo di chiusure di attività commerciali di vicinato sono molteplici e riassumibili nel costo non adeguato degli affitti,  nella liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura, nello sviluppo di nuove forme di vendita ai privati quali e-commerce e, vendite a domicilio, tutti elementi che hanno sicuramente contribuito a dare il colpo di grazia a storiche attività.
Un’attenta Amministrazione comunale non può, oggi come oggi, non considerare che l’aumento delle superfici di vendita ad appannaggio dei centri commerciali, in un momento di caduta libera dei consumi può produrre danni forse non più riparabili nella rete dei negozi di vicinato, risorse insostituibili dei nostri centri storici che lì svolgono  non solo attività commerciali, ma anche presidio delle vie contro la microcriminalità e servizio sociale per una popolazione residente sempre più anziana.
Quindi corre l’obbligo morale dell’Unione Commercianti di salvaguardare l’assetto urbano dei nostri comuni, un obiettivo che si realizza anche e soprattutto attraverso la salvaguardia delle micro imprese commerciali. Con tale spirito l’Unione Commercianti ha sempre chiesto limiti all’apertura dei grandi centri commerciali, in sintonia con Confcommercio Imprese per l’Italia.
Da ciò anche un appello per il futuro alle Amministrazioni comunali a non cadere nella trappola del miraggio del centro commerciale od outlet come strumento di ricchezza e fonte di posto di lavoro, in quanto opinione pubblica, cittadini e, consumatori hanno ormai capito di essere in un “cul de sac”, un vicolo cieco che non porta a niente, meno che meno occupazione e benessere. Detto ciò, riteniamo basilare che gli interventi futuri e futuribili nella nostra città dovranno avere una particolare attenzione  e concentrarsi sul centro storico ed in modo preminente alla zona nord di Piacenza, dove l’utilizzo di eventuali ex aree militari dismesse dovrà caratterizzarsi in attività attrattive non solo culturali, ma anche commerciali di valorizzazione dei nostri prodotti enogastronomici. Quindi per i prossimi anni porre  l’attenzione al commercio di vicinato, sia esso nelle zone centrali che negli altri assi commerciali periferici, per mantenere queste strutture vive ed al servizio della collettività.
Quello che oggi l’Unione Commercianti grazie alla “Cabina di regia” con il Comune di Piacenza sta facendo con relativa soddisfazione, è puntare sulla riconversione dei centri storici e sulla riqualificazione dell’offerta commerciale e  sulla promozione turistica in quanto  si ritengono strategici i centri commerciali naturali, per far rivivere le aree urbane attraverso il patrimonio architettonico e le tantissime imprese di vicinato della città che, pur con tanta fatica, resistono alla crisi ed alla concorrenza della grande distribuzione. L’imperativo dei prossimi anni sarà, quindi, mirare al miglioramento dei servizi, promuovere il turismo quale futuro bene per la città, per la cultura e per il commercio”.
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