“Gli eletti del Movimento 5 Stelle non sono marziani, solo gente che vuole tornare a un decoro istituzionale e a un ritorno alla legalità istituzionale e civile. Oggi inizia una nuova era. Siamo la prima forza in Italia senza televisioni, senza banche, senza poteri forti che ci coprono le spalle”. All’esordio delle comunicazioni Mirta Quagliaroli (M5S) ha commentato così l’esito delle elezioni con il clamoroso successo di Beppe Grillo. Parole (“ritorno a una legalità istituzionale”) che però alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra non hanno gradito. Come Giovanni Castegnetti che, pur senza avere alcun pregiudizio nei confronti del movimento di Grillo, ha chiesto al sindaco “che non venga permesso l’uso di questi termini nei confronti di questo consiglio che va protetto. Se qualcuno parla di mancato rispetto della legalità vada a fare denuncia. Non bisogna instillare il senso del sospetto nei confronti delle istituzioni”. Parole accolte addirittura da un applauso e che segnano profonde distanze tra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle, se mai ci fosse stata vicinanza. C’è stato poi un battibecco tra Quagliaroli e Michele Bricchi (Pd) durante una pausa che fa restare alta la tensione tra M5S e il centrosinistra. Parte in salita anche a Piacenza dunque qualsiasi tentativo di dialogo.
Stefano Perrucci (Pd) ha ripercorso le vicende spinose legate alle convocazioni delle commissioni sulla Fondazione che hanno portato il collega Michele Bricchi a fare polemica nei giorni scorsi. Perrucci ha ripercorso i fatti chiudendo gli attriti con il collega di partito, “ma mi amareggia il fatto che la nostra città non abbia avuto la possibilità di conoscere i programmi dei due candidati alla presidenza della Fondazione (Sergio Giglio aveva accettato, Francesco Scaravaggi no, ndr)”.
Sullo stesso argomento è intervenuto anche Tommaso Foti (FdI): “Non mi ha visto d’accordo la convocazione in Consiglio di esponenti in scadenza”. Sulla sua mancata elezione dopo 17 anni di Parlamento ha detto: “Non mi sento sconfitto, anzi, sono riuscito in due mesi a creare dal nulla un partito che si è affermato in Parlamento. Sono convinto che il fattore televisione abbia contribuito a issare alcune forze politiche”. Chiaro il riferimento al Pdl. Foti è poi apparso duro con la coalizione del centrodestra e e ha poi avvertito il centrosinistra cui ha riconosciuto, a livello locale, la conferma del consenso ottenuto sette mesi fa alle Comunali.
“Io non esulterei – ha aggiunto – I risultati del centrodestra sono preoccupanti. Rispetto alle elezioni comunali di sette mesi fa il centrodestra passa dal 35,73% al 28,73%. E neppure il centrosinistra (dal 47,79% al 34,1%) può esultare, anche se tutto sommato ha tenuto. Penso che il partito di Grillo sia destinato ad avere sempre più consenso. L’invito che voglio fare a questa amministrazione, che da queste elezioni ne esce rafforzata qui a Piacenza, è quello ora di dare delle risposte”. Il capogruppo del Pd Daniel Negri si è detto dispiaciuto per la mancata elezione di Foti (“uno che ha sempre lavorato per il territorio”) e su Bersani ha detto: “Ha fatto una campagna senza raccontare favole. Evidentemente paga di più fare demagogia e sbraitare in piazza”.
SECONDO ESORDIO DI SANDRA PONZINI (PD)
È il giorno del secondo esordio in Consiglio comunale di Sandra Ponzini (Pd) dopo la sentenza del Consiglio di Stato che l’ha reintegrata ai danni di Marco Colosimo (Piacenza Viva). Emozionata ma contenta, Ponzini, che è stata salutata da tutti i colleghi, ha preso il posto in aula tra Laura Rapacioli e Rino Curtoni. “Sono contenta – ha detto Ponzini – mi ero candidata per entrare in Consiglio e adesso sono soddisfatta. Bisogna rispettare le sentenze come io ho fatto con quella del Tar”. A Colosimo ha detto: “Non lo conosco di persona, so che ha lavorato bene. È giovane e avrà tempo per ricandidarsi”. Con Ponzini maggioranza a quota 21 (sindaco compreso) e opposizione a 12.