Pdl, “un clamoroso successo”. Fratelli d’Italia gonfia il petto

Un risultato sorprendente, quello del Pdl. Si credeva nella rimonta e la rimonta è arrivata. A Piacenza, il partito ha chiuso con un ottimo 23% alla Camera e con il 23,8% al Senato. Nel totale della provincia di Piacenza, la coalizione di centrodestra riesce nell’impresa di superare il centrosinistra alla Camera di quasi un punto percentuale (31,9% contro 31,0%), mentre al Senato resta sotto, anche se di poco (32,4% contro il 32,6 del centrosinistra).

Radio Sound

Grande soddisfazione per Fabio Callori, sindaco di Caorso, che ha sfiorato, per qualche ora, il sogno di diventare senatore. Si dovrà aspettare domattina per avere la certezza sul suo futuro politico, ma gli ultimi dati non autorizzano ad essere ottimisti. “In questi mesi di campagna elettorale abbiamo sentito molta positività” – ha commentato. “Un segnale importante è stato dato dalla volontà di rinnovamento e dalle facce nuove di persone che conoscono i problemi reali della gente e possono portare le esigenze dei cittadini a livello nazionale. Conteggi sul mio risultato personale non li voglio fare, perchè voglio aspettare la fine. Ad ogni modo sarà un successo, soprattutto per il risultato ottenuto nella provincia di Piacenza”.

La giornata seguita dalla sede di via XXIV maggio del Pdl è un tumulto di emozioni contrastanti. Già dalle 15,30, troviamo Verner Argellati, a dominare su una sala ancora vuota e addobbata dagli striscioni con il simbolo del partito. Escono i primi dati, ma si tratta di proiezioni. Troppo presto per commentare – frena Argellati – che si lascia andare a qulache parola sull’affluenza alle urne. Alle 17, però, l’atmosfera inizia a cambiare. A turno arrivano in sede Fabio Callori, sindaco di Caorso, Massimo Trespidi, presidente della provincia, Giovanni Botti e Paola Pizzelli.

Le proiezioni nazionali al Senato parlano di un risultato straordinario – “alla faccia di chi credeva che Berlusconi fosse morto” – commenta la Pizzelli. Ma i dati reali sono in controtendenza. Ed ecco che si apre il dibattito, acceso, a testimoniare l’agonismo del momento. Argellati si fida delle proiezioni – “sono più complete” dice – e basate su un calcolo matematico. Di diverso avviso Marco Tassi: “Non contano niente, bisogna stare al dato reale”. E dal momento che si tratta di una questione insolubile, ecco che la mente volge altrove, dalle prime parole di Ignazio La Russa sulla tv pubblica, al risultato inaspettato di Grillo. “Sapevo che erano forti, ma mai avrei pensato potessero superare il 20%” – continua Argellati.

QUI FRATELLI D’ITALIA – FOTI SPERA

Alla fine di questa eterna giornata elettorale, Fratelli d’Italia può tirare un sospiro di sollievo. A Piacenza l’effetto Foti si è fatto sentire e il partito, nato soli due mesi fa, ha raccolto il 3,7% alla Camera e il 3,3% al Senato. Un dato quasi doppio rispetto a quello ottenuto a livello nazionale, dove il partito, a circa tre quarti delle sezioni scrutinate, si trovava di poco sotto la soglia del 2%, quota necessaria per non rischiare di rimanere senza seggi. Un risultato che pare soddisfare l’onorevole Tommaso Foti, anche se sul suo futuro politico l’incertezza è ancora tanta. Bisognerà attendere domattina per capire se si potrà sedere nel nuovo Parlamento. Ecco il resoconto della giornata vissuta all’interno del point allestito in via XXIV maggio.

Ore 15,30. Tommaso Foti è in piedi, sempre. Cammina nervoso in tondo e controlla i dati delle sezioni piacentine per il senato ogni minuto. Qui, alla sede di Fratelli d’Italia, allestita all’interno della circoscrizione II, i dati arrivano più velocemente rispetto a quelli forniti dalla prefettura. E non autorizzano prese di posizione. Il 2%, quella percentuale che consentirebbe a Foti di entrare in parlamento, non è ancora un risultato acquisito. Chiede i dati dei singoli comuni ed esulta alla notizia del sorpasso sul Pdl. E poi arrivano le proiezioni al senato. Coalizione di centrodestra avanti. “Riusciranno a perdere anche stavolta” – si domanda.

“Per essere un partito nato due mesi fa, essere a Piacenza testa a testa con la Lega e forze politche radicate sul territorio, mi pare un buon risultato. In queste elezioni abbiamo seminato, a raccogliere penseremo nelle prossime amministrative”. Ma la mente corre e il pensiero va a quella “maledetta” invenzione del voto disgiunto. Foti ha un’esperienza in queste cose che i profani scambierebbero per banale premonizione. “Alla camera faremo un risultato peggiore rispetto al senato, perchè molti giovani, anche del nostro bacino elettorale, avranno votato per Grillo”. Passa qualche ora e, alle 18, la sede si riempie. Militanti e simpatizzanti, molti giovani, incollati a televisori, pc e tablet vari, per raccogliere il maggior numero di informazioni possibili. Si iniziano le prime operazioni di conto per capire quali sono le chance per Foti di entrare in parlamento, ma le variabili in gioco sono troppe e bisognerà quantomeno aspettare il dato definitivo sulle percentuali nazionali alla Camera. Un clima complessivamente molto pacato, che tradisce un pizzico di stanchezza.. Nessuno alza la voce e sono tutti a disposizione dell’onorevole Tommaso Foti, avido di aggiornamenti precisi e costanti. “Siamo davanti alla Lega nel comune di Piacenza” – aggiunge soddisfatto. Ma, considerata l’intera provincia, il risultato si attesta attorno al 3,5%. “Piacenza è strana – conclude Foti – all’ultima tornata avevamo il 25% in più del centrosinistra. Non è più un voto lombardo”.