AGGIORNAMENTO 26/2 ORE 16 – Per ora restano in silenzio. Ma c’è da scommettere che dopo l’opaca prova elettorale di Bersani molti “renziani” stiano pensando che “se a vincere le primarie fosse stato Matteo Renzi, le cose sarebbero andate diversamente”. Pensiero già reso esplicito da Pippo Civati in Lombardia mentre il cellulare dell’ex sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, ex braccio destro del sindaco di Firenze, per ora squilla a vuoto. Non è escluso che nelle prossime ore Reggi possa rilasciare dichiarazioni. Intanto però diversi renziani piacentini, pur senza apparire, fanno notare che il risultato piacentino del Pd (28,79%) è il più basso in Regione. A Reggio Emilia il più alto (40,93%), seguita da Bologna (40,81%). Poi in ordine Ravenna (39,77%), Modena (39,31%), Forlì (35,89%), Ferrara (34,72%), Parma (30,79%), Rimini (29,99%) e in coda appunto Piacenza.
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“Lo spumante rimane in cantina”, il commento ricorrente nella sede provinciale del Partito Democratico a Piacenza. Qui è andata in scena una vera e propria tragicommedia, con l’euforia iniziale che si è tramutata in cocente delusione dopo gli istant pool e in seguito per i dati definitivi. “C’è preoccupazione per il futuro di questo paese”, ha detto il segretario Pd locale, Vittorio Silva: “Il Movimento 5 Stelle ha eroso anche il nostro elettorato”. Ma neppure lui ha potuto nascondere l’exploit del Popolo della Libertà, che anche nel Piacentino si è fatto sentire: “C’è un risultato importante del Pdl, che era inatteso. Penso che abbia inciso la campagna elettorale che ha confuso le idee agli italiani”.
LO SPOGLIO IN CASA PD: Il lungo pomeriggio del Pd piacentino è iniziato alle 15.30, con l’arrivo dei primi militanti ed esponenti locali nella nuova sede di via Martiri della Resistenza. Pochi, comunque, anche quando i dati sono parsi più certi. Assente “pesante” l’onorevole Paola De Micheli, forse a Roma insieme al segretario. Ma anche i “renziani” Roberto Reggi e Katia Tarasconi nella nuova sede non mettono piede, mentre si rivedono vecchie conoscenze come Patrizia Calza e Paolo Botti.
“Un buon risultato a livello territoriale” ha dichiarato il capogruppo del Pd in Comune Daniel Negri, che ha poi ammesso come “il problema è che in quelle zone in cui il centrodestra ha fatto dei disastri, noi non riusciamo a imporci”.
Il sindaco Paolo Dosi, che si era espresso a favore di Bersani, dopo i silenzi durante le primarie, ha espresso – in linea con il partito – “preoccupazione su quello che mi sembra essere un andamento, soprattutto al senato, che ci sia stato un avanzamento del centrodestra che pensavo fosse inferiore. Comunque non mi stupisce più niente in Italia politicamente”.
“Gli istant pool non funzionano, ci hanno terrorizzato” ha analizzato il consigliere comunale Pd Cristian Fiazza, per spiegare i momenti di panico che si sono vissuti nella sede di via Martiri della resistenza verso le 17 di oggi. “Realisticamente, ora, vinciamo anche se di poco alla Camera e al Senato. Anche se i grillini hanno avuto un risultato forte, ma non ci aspettavamo così forte”. E Fiazza ha poi lanciato l’allarme: “C’è una valutazione interna da fare, la nostra proposta non ha colpito come doveva”.
Ma se il Pd non ride, c’è qualcuno nel centrosinistra che qualche sassolino dalla scarpa se lo è tolto. Si tratta di Sinistra, Ecologia e Libertà. nonostante il risultato, il segretario provinciale di Sel Emanuela Schiaffonati, ha sottolineato con queste parole le debacle di Rivoluzione Civile e Lista Civica per Monti: “A differenza di Ingroia non abbiamo fatto una campagna contro di loro. Me ne dispiaccio, perché potevamo ottenere di più insieme. Mentre Monti è un novellino della politica, nonostante l’età. Noi abbiamo vinto con la nostra coerenza”.
Quando i dati sono ormai assodati, spetta al consigliere comunale Pd, Stefano Borotti dirigersi in “cantina” a prendere le bottiglie per festeggiare. Ma dallo stanzino ne esce con in mano alcune bibite analcoliche e qualche pacchetto di patatine: “Non è momento di spumante” dice scherzando, ma non troppo. E il suo commento è amaro: “Teniamo nel Piacentino ma non possiamo essere provinciali. Si capiva dai banchetti che il malcontento era forte”.
BETTOLA SCEGLIE IL CENTRODESTRA: Beffa poi nel paese natale del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. La sua Bettola gli volta le spalle e sia alla Camera che al Senato fa vincere la coalizione di centrodestra con il 41,49%. Ha dell’incredibile il dato, se si pensa che alle scorse primarie, nella volata finale contro lo sfidante Matteo Renzi, il paese dell’alta Val Nure aveva tributato al concittadino un risultato “bulgaro” con 222 preferenze rispetto alle 35 conquistate dal sindaco di Firenze. Ora però, nonostante Bersani sia partito per ben due volte per la campagna elettorale dal distributore di benzina di famiglia e poi da piazza Cristoforo Colombo (dove al primo comizio lo soprannominarono “la pecora rossa”), i bettolesi hanno scelto di non concedergli la stessa fiducia. I dati definitivi dicono che a Bettola, il “feudo” di Bersani, ad imporsi è la coalizione di centrodestra con il 41,49% al Senato e alla Camera. Il Pd ottiene il 32,66% al Senato e il 31,65% alla Camera. Un risultato in negativo che può stupire, forse chi non conosce Bettola, storicamentee un Comune di centrodestra
Bersani ha scelto, seguendo lo scrutinio nella sua casa di Roma, di non rilasciare dichiarazioni. I giornalisti presenti, raccontano però un clima molto pesante per un risultato deludente per la coalizione del segretario democratico piacentino.
I DATI DEFINITIVI: A Piacenza il centrosinistra stacca di quasi 6 punti il centrodestra: 34.1% contro il 28.73% alla Camera. Il Pd è il primo partito con il 31.11%, Sel ha ottenuto il 2.64%, il Pdl il 20.97%, Fratelli d’Italia al 3.64%, Lega nord al 3.55%. Il Movimento 5 Stelle non è il secondo partito per un pugno di voti, ma il 20.95% rappresenta comunque un grande risultato. La lista Monti raggiunge il 9.39%, Udc allo 0.76% e Fli allo 0,34%. Fare si attesta al 2.31% e Rivoluzione civile all’1.86%. Tutti gli altri sotto l’1%.
Al Senato nel comune di Piacenza, centrosinistra al 35.73%, centrodestra al 29.42%, con il Pd al 32.88%, Sel al 2.46%, Pdl al 22.1%, Lega nord al 3.59%, Fratelli d’Italia al 3.23%. Il Movimento 5 Stelle sfiora il 20% (19.65%), Monti arriva al 10.26%, mentre Fare si ferma all’1.88% e Rivoluzione civile all’1.52%.