Crisi: In Emilia Romagna 34mila imprese a rischio insolvenza nel 2013

E’ quanto emerge dall’Osservatorio sulla rischiosità commerciale realizzato da Cribis d&b, Società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, che analizza il grado di affidabilità delle imprese italiane e la loro capacità di fronteggiare gli impegni presi nei confronti dei propri fornitori nell’anno seguente. Per altro le imprese dell’Emilia Romagna mostrano un livello di alta rischiosità potenziale inferiore rispetto alla media nazionale, che si posiziona all’11,26%, mentre risulta lievemente peggiore rispetto al Nord Est nel suo complesso (7,02%). Al contempo, la quota di imprese emiliano-romagnole che si caratterizzavano per un livello di rischiosità bassa a fine 2012 risultava essere pari all’8,85% del totale, migliore sia della media nazionale (6,08%), sia di quella del Nord Est (8,61%). Tra le province emiliano-romagnole, Rimini evidenzia la concentrazione più alta di imprese molto rischiose dal punto di vista commerciale (9,07%), seguita da Modena (7,91%), Bologna (7,89%), Parma (7,78%), Reggio Emilia (7,31%), Ferrara (7,27%) Piacenza (7,20%), Ravenna (7,10%) e, infine, Forli’ (6,59%). Nel complesso, tutte le province dell’Emilia Romagna si caratterizzano per una quota di imprese con bassa rischiosità potenziale migliore della media nazionale (pari al 6,08%).

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Nel complesso, tutte le province si caratterizzano per una quota di imprese con bassa rischiosita’ potenziale migliore della media nazionale (pari al 6,08%): il ranking di dettaglio vede al primo posto Ravenna (con una quota pari al 10,56% del totale), Forli’-Cesena (9,71%) e Parma (9,47%). Seguono Ferrara (8,90%), Reggio Emilia (8,78%), Piacenza (8,59%), Modena (8,48%), Bologna (8,21%) e Rimini (8,13%).

Dall’analisi comparata degli ultimi cinque anni emerge una netta tendenza al peggioramento della rischiosità commerciale in Emilia-Romagna, con le imprese inserite nella fascia a massima rischiosità che passano dal 4,88% di dicembre 2008 al 7,63% di dicembre 2012, mentre quelle caratterizzate da una bassa rischiosità è quasi dimezzata (dal 16,55% all’8,85%). Tra le singole province, Bologna (che da sola esprime il 21% delle imprese attive in regione) e Rimini mostrano un trend ancora più negativo rispetto alla media nazionale. A fine dicembre 2012 il 7,89% delle imprese di Bologna presentava un’alta rischiosità di generare insoluti, mentre un altro 44,34% si caratterizzava per una rischiosità media. Solo nell’8,21% si rileva una rischiosità bassa e per il restante 39,56% medio-bassa. Il trend mostra un netto peggioramento: la percentuale di aziende bolognesi ad alto rischio è passata dal 5,04% di dicembre 2008 al 7,79% di cinque anni dopo. Nello stesso periodo, la percentuale di imprese con rischiosità bassa si è dimezzata: dal 19,46% all’8,21%.