E’ tornato per così dire alle origini, a uno dei suoi antichi amori: la radio. Il direttore di Libertà, Gaetano Rizzuto, è intervenuto a Radio Sound nella trasmissione Sound City condotta da Massimo Casale. Una piacevole chiacchierata in diretta in cui si sono toccati diversi temi legati al giornalismo, partendo naturalmente dal 130esimo compleanno del quotidiano Libertà che Rizzuto dirige dal settembre del 2000, e alla piacentinità. Nel corso dell’intervista curata da giornalista Marcello Polllastri sono emersi anche dettagli simpatici e curiosi circa la carriera di giornalista di Rizzuto che lo ha portato a dirigere, prima di approdare a Piacenza, anche il quotidiano di Genova “Il Secolo XIX” e “la Provincia Pavese”. Infine il direttore del quotidiano di Piacenza non ha mancato di bacchettare la classe dirigente locale. “La città ha bisogno di una classe dirigente più coraggiosa”.
Direttore, Libertà ha da poco compiuto 130 anni. Un traguardo prestigioso per un giornale sempre al passo con i tempi e che continua a rinnovarsi.
“Abbiamo festeggiato lo scorso 27 gennaio: il nostro è un giornale antico, storico, ma comunque con uno spirito giovane e proiettato nel futuro. L’abbiamo festeggiato con un nobile messaggio del presidente della repubblica, che ci ha detto quanto “Libertà” sia un giornale radicato nella società. Abbiamo pubblicato un numero speciale di 64 pagine dove abbiamo ripercorso questi 130 anni con interviste ai testimoni, uno per ogni decennio. Ovviamente i primi tre erano simbolici.”
Libertà è uno dei giornali locali più radicati sul territorio. A cosa deve questo successo?
“E’ un giornale che ha profonde radici, che ha stabilito un rapporto particolare. Ho diretto altri quotidiani nel nord Italia e non ho mai visto un rapporto così intenso con i cittadini. Questo è un giornale che entra ogni mattina nella famiglia ed è considerato più che un amico. Rappresenta l’identità del territorio.”
Ci racconta come approdò a Libertà?
“Sono stato chiamato nel 2000, all’epoca vivevo e lavoravo a Genova: ho ricevuto una telefonata per un colloquio che mi ha incuriosito. Frequentavo già abitualmente Piacenza, in particolare la Valtrebbia. Mi aspettavo un colloquio di mezz’ora, invece durò quasi cinque ore. Compresi che il mio futuro poteva essere qui a Piacenza. Mi piace molto la città, mi trovo molto bene. Questa è una città che accoglie, così come il resto del territorio. E poi amo la cucina piacentina, i colori della montagna, la naturalezza della gente di montagna: posso affermare che qui si vive bene. Malgrado l’inquinamento, un problema comune a tante altre città, la qualità della vita è ottima.”
Qual è il suo rapporto con la radio?
“Nutro un amore totale per la radio, la ascolto quasi cinque ore al giorno, e seguo sempre i vostri radiogiornali. Il mio rapporto nacque da bambino, quando mio nonno mi regalò una radio a transistor. Molto tempo dopo, il 24 aprile 1976, ho fondato, con una ventina di ragazzi, la prima radio libera della Sicilia occidentale, Radio Trapani Centrale. Durò parecchi anni, fu qualcosa di straordinario, per il territorio: facevamo molti radiogiornali in diretta, inchieste, tavole rotonde, e trasmettevamo pure le riunioni di redazione in diretta. Nel novembre del 1976 ci fu poi un evento molto drammatico: Trapani subì un alluvione che provocò 16 morti. La nostra radio divenne un punto di riferimento, anche per le istituzioni, che dialogavano con la gente attraverso l’emittente. Un’esperienza bellissima che durò una settimana intera.”
Direttore, ci ha colpito una frase del Capo dello Stato pubblicata sul giornale nel giorno del compleanno. “I mezzi d’informazione devono essere capaci di attrarre un pubblico sempre più ampio e giovane”.
“E’ questa la sfida di Libertà per i prossimi dieci anni. Il giornale deve essere al passo con i tempi: Libertà è sempre stata anticipatrice sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista giornalistico. Il ruolo di un giornale deve essere quello di spiegare le notizie che spesso vengono date in tempo reale da Internet o dalla televisione. Bisogna approfondire. Serve una grande rivoluzione culturale per affrontare le tematiche dei giovani. In questo senso accolgo molto volentieri l’appello del presidente Napolitano”.
E’ di questi giorni la notizia delle dimissioni del Papa. Come la commenta?
“Sono stato il primo a Libertà ad avere la notizia perché ero collegato con l’Ansa, l’agenzia che ha dato lo scoop. E’ la notizia secondo me più importante degli ultimi sette secoli, una rivoluzione senza precedenti per il mondo della Chiesa, ma anche per i non credenti. Testimonia che oggi non può esistere nel mondo di oggi un potere a vita. Il Papa ha dimostrato con questa sua scelta coraggiosa e rivoluzionaria di essere un uomo tra gli uomini. Sono convinto che anche la Chiesa debba fare scelte coraggiose, capire i tempi che viviamo. Speriamo che il prossimo Papa riesca a raccogliere questa sfida”.
Un’ultima cosa: quali sono i compiti di un quotidiano dal punto di vista sociale e civico?
“Un giornale deve essere testimone del presente, ma anche difensore civico dei cittadini. Noi lo siamo tutti i giorni. Un altro ruolo importante è quello di essere pungolo verso chi gestisce il potere. Piacenza merita una classe dirigente più coraggiosa e più forte perché oggi da questo punto di vista Piacenza segna il passo. Serve una classe dirigente di maggior qualità. Una delle sfide principali per il futuro dovrà riguardare il centro storico che non può morire e va rilanciato”.