AGGIORNAMENTO – Confermata la cassa integrazione per i dipendenti della Paver di Borgotrebbia, dopo l’ingente furto di rame che la ditta ha subito la scorsa notte. Gli oltre 10 chilometri di rame spariti, non sono solo un danno economico per l’azienda ma anche occupazionale. Il materiale, tolto dai macchinari e estratto dai pavimenti, non permette il riavvio della produzione. Così, seppur a malincuore, l’ingegner Giuseppe Parenti – titolare dei quattro stabilimenti Paver – ha dato avvio alla cassa integrazione: “E’ confermata perché la fabbrica non può lavorare. Adesso la ripresa sarà proporzionale, man mano riusciremo a mettere a posto lo stabilimento”.
Ma, al di là dell’impatto economico del furto, Parenti si è detto molto dispiaciuto per quanto avvenuto, soprattutto perché successo a Piacenza: “Sì, c’è disagio perché è un momento difficoltà per il settore. E poi, pur avendo uno stabilimento in Romania non abbiamo mai subito un furto. E invece averlo qui a casa nostra lascia molto pensare”.
E’ comunque un danno enorme per l’azienda, anche se il ritorno per i ladri sarà abbastanza esiguo ha spiegato il titolare: “Un conto è rubare, un altro è disfare per un recupero modesto. Ora per la ripresa ci vorranno quindici giorni lavorativi”.
NOTIZIA 7 febbraio – Un furto che ha dell’incredibile e senz’altro è senza precedenti nel territorio piacentino. Lo stabilimento di Borgotrebbia della Paver, storica azienda piacentina di materiali edili, è stato preso di mira da una banda di ladri professionisti composta da almeno una decina di persone (ma c’è anche chi parla di quindici) che sono riusciti a smantellare l’intero impianto elettrico della fabbrica per rubare chilometri di cavi di rame. Li hanno sfilati sollevando pavimenti, smurando canaline, dissotterrando condutture. Una danno enorme per la ditta che fa capo all’ingegner Giuseppe Parenti, presidente della Camera di commercio piacentina, non tanto per il valore in sé dell’impianto (già ingente, si parla di circa 100mila euro, e che dovrà essere ripristinato ex novo) ma più che altro perché ora la produzione è completamente bloccata. «Non funziona più nulla – ha spiegato Parenti – e si parla di uno stop di almeno due settimane per ritornare alla normalità».
Il furto è stato messo a segno nella notte tra mercoledì e giovedì e secondo la polizia, intervenuta questa mattina per un primo sopralluogo, pare che i ladri abbiano lavorato per ore. L’impianto d’allarme e quello di videosorveglianza sono stati messi totalmente fuori uso e chi ha agito è riuscito a non farsi notare nemmeno dalle guardie giurate che periodicamente passano a controllare lo stabilimento.
Si tratta di professionisti del settore in grado di operare su cavi dell’alta tensione senza rimanere folgorati.
Furti di cavi di rame è Piacenza – e non solo – non sono certo una novità. Ma sinora si trattava di matasse rubate direttamente da magazzini o da tir; i ladri più avventati si sono spinti a colpire le linee della stazione ferroviaria. Ma un colpo del genere, di questa portata, in una delle aziende più importanti del territorio non si era ancora verificato.