L’ingegner Sabrina Romani, responsabile della disattivazione dell’ex centrale nucleare Sogin di Caorso, è iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Piacenza nella vicenda relativa al cattivo stato di conservazione di alcuni dei bidoni contenenti scorie radioattive stoccati in depositi dell’impianto. Il tecnico respinge l’accusa e lo ha fatto anche oggi quando è stata sentita in Procura accompagnata dal suo legale, l’avvocato Benedetto Ricciardi.
“La mia assistita – ha riferito il legale – è alla guida dell’impianto da poco tempo (marzo del 2012) per quanto riguarda la vicenda dei fusti non è responsabile di nulla, quelli che le vengono attribuiti sono fatti datati, già esaminati in passato dalle autorità di controllo. Occorre poi sottolineare che, come avevamo a suo tempo riferito, la corrosione di alcuni fusti non aveva provocato nessun pericolo per la popolazione e i lavoratori. Lo hanno stabilito gli esami compiuti dall’Arpa e da Sogin su incarico della Procura della Repubblica di Piacenza”.