Confapi Piacenza dona un defibrillatore ai carabinieri di Castelsangiovanni

La provincia di Piacenza è la più cardioprotetta d’Europa, e questo ormai si sa; merito del Progetto Vita e dell’associazione il Cuore di Piacenza coordinati dalla dottoressa Daniela Aschieri. E da oggi sarà ancora più cardioprotetta: l’associazione di imprese Confapi dona un defibrillatore alla stazione carabinieri di Castelsagiovanni, che con i suoi 15mila abitanti è con Fiorenzuola uno dei tre centri più importanti del territorio.

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«Questa donazione vuole prima di tutto essere un gesto di vicinanza e attenzione all’Arma dei carabinieri che svolge un’azione particolarmente meritoria per tutti noi – dice Cristian Camisa, presidente di Confapi Piacenza – Per la nostra associazione è poi molto importante partecipare a un progetto come quello portato avanti dalla dottoressa Aschieri e se possiamo contribuire anche in modo indiretto a salvare delle vite non possiamo che esserne felici».

E salvare vite è anche la più importanti delle missioni della stessa Arma dei carabinieri: «Questo è il 20esimo defibrillatore assegnato in dotazione ai nostri reparti, tra auto e comandi stazione sul territorio piacentino – fa notare il colonnello Paolo Rota Gelpi, comandante provinciale – Dobbiamo arrivare a 32 e quindi siamo a buon punto. Lo ripeto: salvare vite è la più importante delle nostre missioni e queste apparecchiature ci consentono di assolvere a questo nostro dovere».

Ma donare apparecchiature del genere è solo il primo passo. Il secondo è fare in modo che siano sempre operative, che funzionino quando devono funzionare. Ed è in questo senso che va l’appello della dottoressa Daniela Aschieri:«Dopo quindici anni di Progetto Vita i defibrillatori sul territorio sono ormai parecchi. In tutto questo tempo abbiamo sempre provveduto noi dell’associazione alla manutenzione ma ora i costi stanno diventando impegnativi, anche perché ogni due anni vanno cambiati gli elettrodi e ogni quattro le batterie. Se qualcuno, qualche associazione, qualche azienda volesse “adottare” una parte della rete di apparecchiature e farsi carico di manutenerle adeguatamente, o direttamente o tramite sostegno all’associazione, sarebbe una cosa davvero importante»