L’ultimo saluto a Fernanda Garilli, la first lady del calcio piacentino

“Ciao Fernanda, salutaci l’ingegnere”. Così recitava lo striscione dei tifosi piacentini per l’ultimo saluto a Fernanda Garilli la “first lady” del calcio piacentino. La cerimonia funebre della vedova dell’ingegner Leonardo – deceduta nei giorni scorsi dopo un breve ricovero all’ospedale – si è tenuta nella chiesa di San Corrado con la partecipazione di moltissimi piacentini, tra tifosi biancorossi o semplici estimatori di una donna sempre nell’ombra ma fondamentale nei successi del Piacenza calcio targato “Garilli”. 

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Nonostante il suo stile di vita, discreto e sempre lontano dai riflettori, Fernanda Salomoni vedova Garilli è sempre stata un punto di riferimento per Piacenza e per lo sport locale. Spesso invocata allo stadio dai tifosi più caldi, la Signora biancorossa si è spenta sabato ad 84 anni, a poco più di un mese dall’ottancinquesimo compleanno che sarebbe caduto il prossimo 7 marzo.

Assieme al marito Leonardo è stata una delle colonne della scalata del Piacenza Calcio, passato in nove anni dalla C2 alla Serie A mai vista e vissuta nella città emiliana. Un legame d’amore con l’Ingegnere durato quasi cinquant’anni con trenta tutti tinti di biancorosso, prima al fianco del marito e poi, dopo la scomparsa di Leonardo il 30 dicembre 1996, con i figli Stefano e Fabrizio.

Una passione inizialmente tiepida ma subito aumentata in modo esponenziale, un amore per la squadra, per i tecnici e giocatori che sono passati da queste parti, tutti considerati quasi come dei figli a cui voler bene. Nessun tifoso biancorosso dimenticherà le lacrime della signora Fernanda quel 15 giugno 1985, giorno dello spareggio all’Artemio Franchi di Firenze contro il Lanerossi Vicenza; dopo i tempi supplementari il Piacenza perde 3-1 e non riesce ad ottenere la promozione in B. Tutti i tifosi emiliani sono inviperiti con l’arbitro, il messinese Angelo Amendolia, reo di alcune decisioni non proprio chiare per usare un eufemismo.

Anche i dirigenti piacentini non le mandano a dire, tutti tranne la lady biancorossa che si isola su una poltroncina delle tribune del vecchio impianto toscano piangendo amaramente. E visto il tradimento che emergerà qualche mese dopo del capitano Pippo Reali, uno dei suoi prediletti coinvolto nello scandalo scommesse riguardo proprio quella partita, le lacrime versate quel maledetto pomeriggio avranno una valenza ancor più forte.

Nonostante queste mazzate è sempre rimasta al fianco del marito in questa avventura, fino a quel mattino d’inverno di fine ’96 che l’ha improvvisamente portato via. Una luce dentro lei si era spenta, ma non quella per il Piacenza passato in mano prima al figlio minore Stefano, e poi nel 2000 al maggiore Fabrizio.

Il declino del club, con il fallimento della scorsa estate, hanno fatto lievitare la rabbia dei tifosi nei confronti della dirigenza, mai contro di lei, addirittura acclamata la sera della retrocessione in Lega Pro dopo il playout di Bergamo; mentre Fabrizio comunicava l’intenzione di non iscrivere la squadra, i supporter al rientro in città accorsero sotto casa Garilli per contestare il presidente e invocare la signora Fernanda, unica ancora di salvezza e passione biancorossa rimasta intatta, nonostante tutto.