AGGIORNAMENTO ORE 18,30 – Ad uccidere Anna Boccenti, detta Giuliana, è stato qualcuno che la conosceva. Ne sono convinti gli inquirenti che indagano sul delitto di via Mameli, avvenuto a Castelsangiovanni nella notte tra domenica e lunedì scorsi. In queste ore i carabinieri stanno proseguendo negli interrogatori: parenti, conoscenti, ma anche le badanti che si sono succedute negli ultimi mesi a curare Giuliana sono stati riascoltati. I carabinieri del Nucleo operativo, comandati dal capitano Rocco Papaleo, non stanno tralasciando alcun particolare e sono costantemente in contatto con Emilio Pisante, il pubblico ministero che sta coordinando le indagini. Non si può ancora dire che il cerchio delle indagini si sia stretto attorno a qualcuno in particolare ma di certo ci sono elementi che fanno sospettare che l’assassino conoscesse la vittima. Un elemento è che la porta d’ingresso non è stata forzata; altro elemento è l’omicidio stesso: un ladro che volesse mettere fuori gioco una vecchietta di 90 anni non aveva certo bisogno di ammazzarla, a meno che la vecchietta in questione non l’avesse riconosciuto. Abbiamo girato la considerazione al capitano dei carabinieri Rocco Papaleo che comanda il Nucleo investigativo e sta personalmente effettuando i vari interrogatori. “Certo negli inquirenti c’è il sospetto che il killer conoscesse la vittima, ma non stiamo tralasciando alcuna pista. Ci stiamo concentrando sulla ricostruzione della vita della donna e sulla cerchia di conoscenti e collaboratori che frequentavano la casa”.
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AGGIORNAMENTO – Oltre a rappresentare un tragico fatto di cronaca, l’omicidio di Anna Giuliana Boccenti sta creando paura e malessere nella comunità di Castelsangiovanni, uno dei comuni della provincia più soggetti alle scorribande di ladri e topi d’appartamento. Questo a causa della comodità logistica del paese che permette colpi lampo fuggendo in sicurezza. Un allarme che il sindaco di Castello, Giovanni Capelli, aveva già lanciato in passato e che oggi ripropone. Ascoltando i propri cittadini, Capelli ha chiesto e ottenuto dal prefetto di Piacenza Antonino Puglisi un vertice straordinario del comitato per l’ordine e sicurezza pubblica. Il tavolo è previsto domani, giovedì 7 febbraio, alle 10 in Prefettura e vedrà la partecipazione di rappresentanti di Forze dell’Ordine e della Pubblica Amministrazione.
Omicidio, il procuratore: «Gli anziani vanno protetti, serve una risposta»
AGGIORNAMENTO – «Gli anziani dovrebbero essere protetti e accuditi più di chiunque altro. Ecco perché un caso del genere risulta particolarmente odioso e richiede ancora più impegno di quello che già doverosamente viene messo per svolgere il nostro lavoro di inquirenti. Speriamo di poter dare una risposta concreta in tempi rapidi».
Sono le parole del procuratore capo di Piacenza Salvatore Cappelleri che oggi ha accolto nel suo ufficio di via del Consiglio i giornalisti per fare il punto sulle indagini relative all’atroce omicidio di Anna “Giuliana” Boccenti, la 90enne trovata morta ieri mattina, 4 febbraio 2013, a Castelsangiovanni, nella sua casa al 26 di via Mameli. Al fianco del procuratore c’era il sostituto Emilio Pisante che sta coordinando le indagini svolte sul campo dai carabinieri del Nucleo investigativo comandato dal capitano Rocco Papaleo con l’ausilio della Compagnia di Piacenza al comando del capitano Filippo Lofranco.
I magistrati hanno prima di tutto reso noti gli esiti del primo esame autoptico svolto in mattinata dal medico legale Novella D’agostini su incarico della stessa procura. Ed emerge un quadro ancora più inquietante di quel che già c’era; e cioè che l’assassino o gli assassini aveva tutta l’intenzione di uccidere l’anziana. Non si può parlare di premeditazione, ovviamente, ma non si può nemmeno parlare del tentativo di zittire una vecchietta finito in tragedia per la sua debolezza. Non è così e lo si capisce dal fatto che sul tronco dell’anziana sono stati trovati «segni riconducibili a un ginocchio». In altre parole, l’assassino è salito fisicamente sulla vittima bloccandole il tronco, sul petto o sulla schiena, con il ginocchio e nel frattempo le ha premuto il cuscino sul volto sino a ucciderla. La 90enne deve anche aver tentato di reagire nei primi secondi, tant’è che aveva un’unghia spezzata, ma poi ha ceduto in pochi secondi. «Le unghie sono molto importanti – conferma il procuratore – possono rivelare molto dell’assassino se la vittima, tentando di difendersi, l’ha toccato o graffiato».
E sempre il procuratore sottolinea l’importanza di questa specifica fase, di queste prime ore dopo l’assassinio. «Sono determinanti per le indagini – dice – Più passa il tempo e più le cose diventano complicate». Ecco perché non si esclude nessuna pista. Cancellieri parla di «indagini a 360 gradi» e dice che non si sta escludendo nessuna ipotesi. Sono in corso interrogatori, dunque, a partire dalle persone che più erano vicine all’anziana vittima nella speranza che possano fornire qualche indizio in un caso che non è affatto semplice. La pista del furto resta plausibile, nel senso che pare evidente che la persona o le persone che erano in quella casa l’altra notte stessero cercando qualcosa. E la conferma arriva dalle due stanze lasciate a soqquadro. Ma arriva anche dalla testimonianza di Maria Luisa Terzoni riportata dal quotidiano Libertà e presa in considerazione dalla Procura: è una vicina di casa, la sua stanza da letto confina con la stanza in cui s’è consumata la tragedia e sostiene di aver udito una frase distinta intorno all’1.30 di notte e pronunciata da Anna Boccenti: «Lasciatemi stare». Poi più nulla, tant’è che la vicina ha pensato a un incubo e si è rimessa a dormire. Purtroppo oggi si sa che non era un incubo e se la decisione della vicina fosse stata di chiamare le forze dell’ordine magari le indagini ora sarebbero a un punto diverso. Morale, se la testimonianza dovesse risultare attendibile l’assassino non era da solo. E non si esclude nemmeno che la vittima conoscesse chi l’ha uccisa: la porta non presentava segni di effrazione; sempre che i killer non avessero trovato il modo di fare una copia delle chiavi.
AGGIORNAMENTO 5 febbraio 2013 – L’esito dell’autopsia su Anna Giuliana Boccenti, ha confermato la morte violenta della 90enne. Svolta in mattinata, e curata dal medico legale Novella D’Agostini, durante la perizia avrebbe rivelato la presenza di un’unghia spezzata dell’anziana, forse in un’estrema forma di difesa o di resistenza da un aggressore. Sarebbero poi state riscontrate alcune echimosi sul collo e la carotide spezzata. Quel che sembra certo è che, alla morte della pensionata, avrebbero concorso almeno due persone. La circostanza emergerebbe dalle impronte ritrovate sul fazzoletto e sul cuscino, utilizzati per soffocarla.
Sempre in base all’autopsia, l’orario della morte risalirebbe alle 3-4 di lunedì. Le indagini dei carabinieri del reparto operativo e coordinate dal piemme Emilio Pisante continuano in queste ore senza sosta. Si indaga al momento nell’ambito famigliare: ascoltate la figlia, le nipote, ma anche la collaboratrice domestica ucraina.
AGGIORNAMENTO 13.15 (4 febbraio 2013) – E’ ufficiale: la donna trovata morta in via Mameli è stata uccisa. Si chiamava Giuliana Boccenti, originaria di Fontana Pradosa. Secondo le prime indiscrezioni si parla di morte per soffocamento. Pare che sia stata uccisa mentra era ancora a letto, forse da rapinatori che avevano fatto irruzione in casa sua e volevano impedirle di urlare per chiedere aiuto. In gola aveva un fazzoletto mentre sul volto aveva un cuscino. La casa era a soqquadro. E’ caccia aperta ai banditi-killer. A Castello sono in arrivo i Ris di Parma. L’autopsia sul corpo dell’anziana è previsto per domani e sarà condotta dal medico legale Novella D’Agostini. Il pm, che si occupa dell’indagine, è Emilio Pisante. Sul posto anche i Ris da Parma per cercare di trovare qualche indizio che faccia risalire ai responsabili.
La prima a dare l’allarme è stata la collaboratrice domestica di origine ucraina questa mattina poco prima delle 9. Ha chiamato i vicini che, a loro volta, hanno allertato i carabinieri. La donna era malata da tempo ed era pratciamente immobile sul letto. Si spostava soltanto grazie a una carrozzina, ma doveva esserci semrpe qualcuno ad aiutarla. Un anno fa circa era venuto a mancare il suo compagno ed era rimasta sola. Non usciva mai di casa. E’ stata descritta come una donna molto aperta e ancora lucida, sempre sorridente.
La zona dove viveva a Castelsangiovanni è apparentemente tranquilla. Una serie di alloggi modesti ma dignitosi. Grande incredulità tra i residenti della zona.
“Una persona gentilissima, cordiale e ancora lucidissima nonostante l’età” la definisce Bruna Fagiani. “Non la si vedeva spesso perché era costretta a restare in casa a causa di motivi di salute, però ogniqualvolta si rivolgeva a qualcuno lo faceva con grande educazione e gentilezza”. La vicina di casa evidenzia poi un aspetto che a suo dire l’ha sempre inquietata: “Giuliana era una persona molto sola, soprattutto di sera, e cambiava spesso badante: e cambiando spesso incontri il buono e il meno buono…”.
“Siamo stati avvertiti da un signora” – racconta la figlia – “ci ha detto che era successo qualcosa. Aveva una badante che si occupava di lei, passava tre volte al giorno. Avrebbe compiuto 90 anni il 17 di questo mese. Forse si fidava un po’ troppo della gente, era anche un po’ eccentrica.”
“Era una persona tranquilla” – ha dichiarato il cugino – “era mia cugina di secondo grado, sapevo che aveva problemi di cuore. I pochi risparmi che aveva li aveva dati alla figlia.”
Intanto cresce la preoccupazione: un vicino, Sergio Soresi, ricorda i numerosi furti: “Abito qua vicino, sono molto preoccupato perché da queste parti i furti capitano spesso. Certo, una cosa del genere non ce l’aspettavamo di certo!”
Pensiero condiviso da un altro residente di Castelsangiovanni, Salvatore Mura: “Certo che sono preoccupato, ci sono delle persone anziane, a cinquanta metri: qui non ho sentito parlare spesso di furti, però, con i tempi che corrono, ho preso provvedimenti installando l’allarme in casa. Non ci si sente più tranquilli, se si lascia aperta la casa, è fatta: entrano anche se è chiuso… In realtà non mi sento tranquillo neppure con l’allarme: i ladri sanno trovare il sistema per disinserirlo. E cosa facciamo? Ci armiamo? Io un’arma ce l’ho: se entrano in casa mia, vendo cara la pelle.”
Una vicina di casa, Marialuisa Pierzoni, ha scoperto la tragica realtà come tutti, in mattinata: “Non ci siamo accorti di niente, non abbiamo sentito nulla. Ieri non l’abbiamo neppure vista, era una donna che si vedeva poco, non usciva spesso. Stamattina una vicina è venuta a dirci che non la si trovava più: poi sono andati a casa sua, hanno trovato tutto per aria e allora mia figlia ha chiamato i carabinieri. Quando la badante è arrivata, ha trovato la porta aperta ma non vedeva la signora, perché era piccolina, ed era coperta dalle lenzuola. Ovviamente s’è spaventata, lavorava per lei da qualche mese. Era una signora tranquilla, stava sempre in casa, era ancora arzilla: purtroppo, siccome amava la compagnia, tendeva a fare entrare in casa chiunque.”
Tragedia misteriosa in via Mameli, a due passi dal centro di Castelsangiovanni. Una donna di cui al momento non si conosce ancora l’identità (si sa solo che non è giovanissima ed è italiana) è stata trovata morta nella sua abitazione e più precisamente in camera da letto. Ancora nulla di certo ma è probabile che possa essere stata uccisa.
A conferma della gravità della situazione c’è l’imponente schieramento di forze a Castello, in via Mameli, dove oltre ai carabinieri della stazione locale ci sono i colleghi, con gli ufficiali al comando, dei reparti piacentini gerarchicamente superiori: dalla Compagnia al Reparto operativo.
Ancora un mistero sulla dinamica dei fatti, sulle eventuali ferite o comunque sulle cause del decesso. A trovare il cadavere alcuni parenti che erano passati a trovare la donna e visto che non rispondeva al citofono avevano deciso di entrare in casa per controllare la situazione.