Luigi Gazzola, candidato alle prossime elezioni per Rivoluzione Civile, si esprime in merito al riconoscimento da parte del Consiglio di Stato del mancato rispetto dell’esito referendario del 2011 sul tema ‘acqua pubblica’. Una delibera che di fatto rende illegittime le tariffe pagate dal luglio di due anni fa.
IL COMUNICATO DI LUIGI GAZZOLA
Il Consiglio di Stato ha stabilito che le attuali tariffe dell’acqua non rispettano l’esito del referendum sull’acqua pubblica del 2011. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas che aveva posto il quesito dovrà ora decidere il criterio per rimborsare ai cittadini le cifre in più illegittimamente riscosse dai gestori dal 21 luglio 2011. Le bollette non dovevano e non dovranno comprendere tra i costi la remunerazione del capitale investito, ossia il 7% di profitto garantito.
Se qualcuno pensava di far finta di nulla e di non tenere conto del parere espresso dai cittadini con il referendum del 12 e 13 giugno 2011 è stato accontentato: è una grande soddisfazione per quelle forze politiche che oggi si riconoscono in Rivoluzione Civile e che da sole, insieme ai Comitati e a tanti cittadini, raccolsero sui banchetti oltre un milione di firme che diventarono 27 milioni di consensi nelle urne.
Altrettanti ne ebbe il referendum per abrogare la legge sul legittimo impedimento che allora consentiva a Berlusconi di sottrarsi alle udienze invocando probabili scuse e che oggi lo costringe a scappare dal tribunale di Milano insieme ai suoi avvocati senza poter più sfuggire alle sentenze.
Sono due segnali significativi del fatto che il vento sta cambiando e che le rivoluzioni civili alla fine pagano.
Luigi Gazzola – candidato Rivoluzione Civile