Il sindaco di Ferriere Antonio Agogliati insieme con un gruppo di abitanti di Salsominore ha portato il ringraziamento all’Arma dei carabinieri, in particolare ai militari della compagnia di Bobbio, dopo l’incredibile caccia ai ladri nei boschi della zona che il 16 gennaio scorso aveva portato alla denuncia di due malviventi. Un’operazione che aveva visto partecipare fattivamente alle ricerche anche un gruppo di coraggiosi e tenaci salsesi. “Un esempio di sicurezza partecipata”, l’ha definito il capitano Fabio Longhi, comandante della compagnia di Bobbio. “Quello che è stato importante è aver assicurato la denuncia di due persone”. All’operazione avevano collaborato militari della stazione di Bobbio, Marsaglia, Ottone, Ferriere e del radiomobile di Bobbio “che hanno fatto corpo unico” ha proseguito Longhi. Agogliati ha ringraziato l’Arma “che ha colto con soddisfazione l’aiuto di queste persone a scovare i malviventi”. “Devo dire che i principi che hanno inculcato in loro stessi derivano dalle famiglie – ha proseguito Agogliati che è originario di Salsominore – Quando hanno visto che c’erano movimenti sospetti, hanno subito chiamato i carabinieri e hanno poi collaborato fattivamente con le forze dell’ordine. È la dimostrazione che insieme, cittadini e forze dell’ordine, si possono raggiungere importanti risultati sotto il profilo della sicurezza e della prevenzione. Bisogna essere sentinelle della legalità a beneficio del nostro paese, troppo spesso omertoso”. Mirko Caldini è il salsese che per primo ha notato i movimenti sospetti intorno alle loro case. “Ho subito capito che questi erano venuti a farci visita e quindi è bastato avvisare alcuni vicini per dare via alle ricerche, non prima di aver chiamato i carabinieri. Il fatto di aiutare i militari è stata una cosa nata spontaneamente. Purtroppo in questo periodo di crisi bisogna stare attenti”. Caldini, un giovane architetto, ha anche raccontato il faccia a faccia avuto con il più giovane dei ladri che stava fuggendo. “Quando l’abbiamo sorpreso e l’aveva o a pochi metri di distanza gli ho detto di arrendersi perché il complice era stato preso poco prima. Quello che avevo di fronte era un giovane impietrito dalla paura. Bisogna fare qualcosa per recuperare questi ragazzi ed evitare che abbiano come unica strada quella di delinquere”.