Sono stati presentati questa mattina alla presenza dei due big Mauro Libè e Gianluca Galletti (capigruppo di Senato e Camera e capilista in Emilia Romagna) i quattro candidati piacentini nella lista dell’Udc alla Camera e nella lista Monti per l’Italia al Senato: Gianguido Carini, Donatella Amici, Lijerka Marianovic alla Camera e Piero Sasso eFiliberto Putzu al Senato.
L’intervento di Galletti, capolista alla Camera: “Nella nostra lista non abbiamo paracadutati. Ai piacentini dico mandate in Parlamento qualcuno che rappresenti il territorio. Siamo orgogliosi del simbolo dell’Udc. Se oggi c’è una lista Monti lo si deve al nostro coraggio di dire no a questo bipolarismo muscolare. Noi abbiamo salvato dal fallimento un paese che Berlusconi aveva portato al tracollo. In questo ultimo anno l’Italia ha fatto passi da gigante. Abbiamo chiesto sacrifici agli italiani, ma l’abbiamo fatto con senso di responsabilità. Noi non siamo il partito delle tasse che si possono ridurre in due modi, con gli spot del Pdl o creando le condizioni per ridurle attraverso le riforme e con tagli selettivi e non lineari.
Potremo ridurre l’Imu aumentando le detrazioni per le fasce deboli e le famiglie numerose. È una manovra a costo zero che porterebbe fuori dal campo Imu tante famiglie. Noi abbiamo sempre fatto una politica per la famiglia perché crediamo che abbia salvato l’Italia. Se in questo paese non riprendono i consumi non usciremo dalla crisi. Gli unici in grado di rilanciare i consumi sono le famiglie. Ci impegnamo a varare nei primi cento giorni di governo la delega fiscale per un fisco più leggero e mai più retroattivo”.
L’intervento di Libè, numero due nella lista del Senato. “Bisogna fare un’operazione verità. Basta con le promesse elettorali. Noi non abbiamo mai cambiato idea su Province, taglio dei parlamentari, quote latte. Sono convinto che il sistema elettorale con le preferenze non sia immune da rischi, ma era il migliore possibile per far scegliere il parlamentare ai cittadini. Se questo paese non rientra in una sistema di regole, saremo in difficoltà. Il Patto di Stabilità è un blocco per i comuni piccoli o medi, ma non per le grandi città che con le partecipate spostano finanziamenti. Noi abbiamo fatto una battaglia contro il numero di società partecipate”.