AGGIORNAMENTO – Una delegazione di Unione Commercianti si è recata dal prefetto Antonino Puglisi per consegnare una chiave simbolica a rappresentare le oltre 400 imprese che negli ultimi nove mesi hanno abbassato definitivamente le serrande a causa di condizioni di lavoro non più sopportabili. Alfredo Parietti, presidente di Unione Commercianti, Giovanni Struzzola, direttore, e Cristian Lertora, presidente di Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, hanno espresso al prefetto le problematiche del settore commerciale: dalla pressante burocrazia fino al fisco, definito ormai insostenibile, passando per una promozione ancora troppo esigua del territorio e la mancanza di un collegamento efficiente con Milano: “Il commercio è un settore basilare per la popolazione e per il territorio – dice Puglisi – motivo per cui mi farò senza dubbio portavoce delle istanze dei rappresentanti del comparto affinché gli esercenti possano subire meno gli effetti di una così drammatica crisi”.
Presente anche Gian Paolo Aspetti dell’associazione Commercianti del Centro Storico: “C’è una sostanziale differenza tra i commercianti del centro storico e un grosso centro commerciale. Innanzitutto si deve tenere in considerazione che in centro troviamo attività familiari, che non riescono ad assorbire i colpi della crisi come le aziende di respiro nazionale, motivo per cui si deve intervenire adeguatamente in soccorso dei piccoli commercianti. E non solo con il denaro, vi sono altri metodi che potrebbero giovare ai piccoli esercenti: semplificazioni amministrative, sul lavoro, parcheggi agevoli. E poi si deve tenere in considerazione che il commercio del centro non ha l’unico obiettivo di animare l’economia, ma anche di permettere allo stesso centro di essere vitale: attraverso iniziative, manifestazioni e progetti di vario tipo, i commercianti sono in grado di incentivare la cultura. Se muore il commercio in centro storico, muore il centro storico”.
Mobilitazione dei commercianti, in nove mesi perse oltre 400 imprese
Unione commercianti mobilitata, oggi, per mettere in evidenza le criticità di cui soffre il settore. Si tratta di una lunga giornata, durante la quale si tengono, anche a Piacenza, alcuni appuntamenti informativi e dimostrativi. Prima di tutto il discorso, trasmesso in streaming e ascoltato presso la sede della Camera di Commercio del presidente nazionale Carlo Sangalli, che ha illustrato la posizione dell’associazione di categoria sui principali temi che mettono in difficoltà i commercianti italiani e piacentini. Nel tardo pomeriggio, i vertici di Unione commercianti saranno ricevuti dal Prefetto di Piacenza, come ha ricordato Alfredo Parietti, presidente dell’Unione Commercianti: “Ci recheremo alle 18 dal prefetto Puglisi per consegnargli questa chiave simbolica, a testimonianza delle tante imprese che hanno chiuso in questi ultimi tempi. Chiediamo la disponibilità dei colleghi commercianti affinché, dalle 18.50 alle 19, in segno di solidarietà e di collaborazione, spengano le luci della loro attività.”
Burocrazia, fisco e infrastrutture sembrano le criticità più gravi per il settore del commercio: “I primi dati, spalmati su nove mesi, indicano che ci sono state chiusure per oltre 216.000 imprese nel comparto dell’artigianato e dei servizi, e le nuove nate sono poco meno di 150.000, quindi un saldo a livello nazionale che registra un preoccupante -70.000 unità. A Piacenza abbiamo un saldo negativo di 247 aziende nel comparto del commercio, 48 nei servizi di alloggio e ristorazione, e 108 negli altri servizi. Un dato preoccupante, anche perché non tiene conto dell’ultimo trimestre, in cui questa emorragia è continuata, quindi il dato va aumentato.”
“Chiediamo una riduzione dei vincoli burocratici – continua Parietti – no all’aumento dell’Iva, un abbattimento del costo del lavoro e contestualmente un aumento del reddito dei dipendenti per ridurre il costo alle imprese e per far ripartire i consumi. A livello locale manca da tempo un organismo di promozione turistica, in grado di portare investimenti sul territorio: abbiamo grandi potenzialità che non vengono adeguatamente sfruttate perché manca un coordinamento. Un altro aspetto è la mobilità con Milano: è un’opportunità importantissima, in grado di portare ricchezza, visitatori, residenzialità di livello alto. Dobbiamo lavorare per sviluppare questi punti”.