Falsi pass invalidi, condanne da uno a due anni per falso e truffa

AGGIORNAMENTO – Alla fine sono stati tutti condannati, i quattro imputati accusati di aver utilizzato finti pass per invalidi per accedere e parcheggiare alla Ztl. In primo grado, le condanne vanno da un anno e sei mesi a due anni, più pene pecuniarie e spese legali, oltre a risarcimenti a Comune e Ausl. Le pene detentive sono sospese e i difensori degli imputati hanno annunciato appello. 

Radio Sound

Giuliano Rigoni, 56 anni, dirigente medico al Dipartimento di salute pubblica dell’Ausl, a due anni di reclusione e 2mila e 900 euro di multa per aver redatto certificati medici falsi, Silvia Monteverdi, 44 anni, un anno e 10 mesi e mille e 900 euro di pena pecuniaria, il fratello Manuel Monteverdi, 36 anni, e Lorenzo Barbacovi, 63 anni, entrambi a un anno e sei mesi più mille e 700 euro di multa, perché titolari di pass invalidi ottenuti illegittimamente.

I risarcimenti invece, per il Comune ammontano a 20mila euro come danno morale oltre a 3mila euro per spese legali. Mentre il dottor Rigoni dovrà risarcire l’Ausl per danni morali, con 15mila euro, e 3mila euro di spese legali.

 

NOTIZIA ore 18.30 – Sono state emesse le richieste, da parte del pm Antonio Colonna, a carico dei quattro imputati per falso e truffa, nell’ambito dell’inchiesta sui pass invalidi truccati.  Per il medico Giuliano Rigoni 3 anni, per Silvia Monteverdi 2 anni e 6 mesi, per il fratello Manuel Monteverdi e Lorenzo Barbacovi 1 anno e sei mesi di reclusione. Il giudice è Elena Stoppini. Gli avvocati difensori hanno già annunciato che chiederanno l’assoluzione.

Le parti civili, costituitesi nel processo, hanno invece chiesto un indennizzo. L’Asl ha rimesso al giudice la quantificazione, mentre il Comune ha chiesto 30mila euro più 10mila euro di provvisionale.

I quattro erano stati rinviati a giudizio nell’inchiesta sui falsi permessi per gli invalidi. Tutti sono accusati di falso e truffa. Secondo l’accusa, avrebbero utilizzato permessi per disabili rilasciati grazie alle certificazioni “amichevoli” di disabilità – e questo fu dimostrato da perizie tecniche chieste dalla procura – rilasciate dal medico dell’Ausl, Giuliano Rigoni. L’indagine iniziò nel 2009 e fu condotta dalla Polizia municipale, che passò al setaccio migliaia di pass per verificarne la validità. A far scattare le indagini furono le segnalazioni di alcuni cittadini che avevano visto una donna con i tacchi a spillo scendere da un’auto con il pass per disabili.