Il giornalista piacentino e collaboratore di Radio Sound Gianfranco Salvatori, già caposervizio della Cronaca di Piacenza e ora a Citynews, è tra i quattro colleghi rapiti nel primo pomeriggio del giorno dell’Epifania in Libano, dove si trovano insieme ai soldati italiani in missione Onu Unifil. Gli altri sono Mario Rebeschini, presidente dell’Associazione italiana fotoreporter, Elisa Murgese, cronista di Radio Popolare e Left e la fotografa Rossella Santosuosso. Salvatori in particolare è al seguito degli sminatori del Genio pontieri di Piacenza con i quali ha già partecipato dal 2009 a diverse missioni in zone di guerra, dall’Afghanistan al Kosovo e ancora in Libano; missioni che si sono tradotte in reportage pubblicati dall’allora quotidiano piacentino La Cronaca.
Domenica pomeriggio, dunque, il gruppo di cronisti e fotografi di cui fa parte Salvatori, si trovava con i soldati su alcuni mezzi in un villaggio nella zona di Shama, area controllata dagli hezbollah, quando è stato fermato da almeno venti persone che hanno chiuso la strada con le auto. Non è chiaro se fossero armati o meno ma è probabile di sì anche perché a quanto pare uno dei venti avrebbe minacciato di morte militari e giornalisti qualora non avessero collaborato. Ai reporter sono state sequestrate macchine fotografiche, cellulari, documenti e attrezzatura digitale. Ai soldati sono state prese le attrezzature radiofoniche e a quanto pare sono stati addirittura smontati i mezzi di trasporto. A gestire la situazione è stato il tenente colonnello Giovanni Ramunno insieme agli stessi militari della missione. Alla fine, dopo circa un’ora di azione diplomatica, militari italiani e giornalisti sono stati rilasciati ed è stato restituito il materiale e l’attrezzatura.
“Un episodio che offende il popolo libanese oltre ai soldati e ai giornalisti in missione Unifil” ha commentato il generale Antonio Bettelli, responsabile del settore Ovest della missione nonché, in Italia, comandate della brigata Friuli con sede a Bologna.
Tutti comunque, soldati e cronisti, stanno bene e sono già rientrati al lavoro nella base Onu di Shana.