Mentre sul fronte politico l’ex sindaco di Piacenza Roberto Reggi (Pd) sta pagando cara la sua verve nel sostenere Matteo Renzi alla ultime primarie (il nome di Reggi sarebbe stato escluso definitivamente dalle liste per le candidature alla politiche di febbraio), sul fronte giudiziario le notizie sono decisamente migliori. Sul due volte sindaco piacentino pendeva un’indagine legata al caso culminato un anno fa con la condanna a cinque mesi di reclusione, pena sospesa, della comandante della Polizia municipale Elsa Boemi (oggi, a mandato scaduto, sostituita dalla dirigente comunale Renza Malchiodi).
La Boemi era accusata di peculato d’uso: avrebbe utilizzato per due mesi l’auto di servizio della Polizia municipale per andare da Piacenza a Brescia, dove abita, e viceversa. Un’accusa che l’ex comandante dei vigili ha sempre respinto spiegando che l’utilizzo dell’auto era stato autorizzato dallo stesso sindaco (Reggi, appunto) che in quel periodo doveva essere sostituito nelle sue funzioni di responsabile della Protezione civile. Nel corso del processo ad Elsa Boemi (che peraltro ha appellato la sentenza di condanna), Roberto Reggi aveva scritto una lettera nella quale spiegava di aver in effetti autorizzato la comandante all’uso dell’auto di servizio con relazione a un periodo particolare e limitato nel tempo.
Quella lettera era stata il motivo per il quale al termine del processo Boemi erano stati rimandati gli atti alla procura per accertare che non vi fossero eventuali coinvolgimenti dell’allora vertice dell’amministrazione comunale. Ebbene, il pm Emilio Pisante pensa di no, tant’è che ha chiesto l’archiviazione per Reggi. Richiesta accolta dal giudice per le indagini preliminari Gianandrea Bussi che ha quindi disposto il non luogo a procedere nei suoi confronti.