Per l’ultima giornata di andata l’Atletico BP Pro Piacenza di MR Arnaldo Franzini scenderà in campo a Lucca contro i rossoneri della Lucchese. I piacentini sono primissimi in classifica e conservano 5 punti di vantaggio sul Tuttocuoio San Miniato, ben 8 su Pistoiese, Real Spal e Mezzolara ed addirittura 9 sulla Lucchese, che ad inizio campionato era considerata una delle favorite del torneo.
La storia: Fondata nel 1905 come Lucca Football Club e rinominata come Unione Sporitva Lucchese quattordici anni più tardi, la società rossonera è una delle compagini più prestigiose e ricche di gloria militanti nella Serie D 2012/13. Un passato denso di emozioni e ricordi indelebili, sin dagli albori dei campionati a girone unico: dopo aver fatto su e giù nella prima metà degli anni trenta tra Serie B e Prima Divisione, al termine della stagione 1935-36 arriva per le pantere la prima storica promozione in Serie A sotto la guida dell’ungherese Ernest Erbstein, futuro allenatore del Grande Torino. Tre stagioni di buon livello, che però vedono un ripido declino, con le retrocessioni in cadetteria nel 1939 e addirittura la discesa nella neonata Serie C nel 1942. Sono anni difficili, la guerra porta addirittura allo scioglimento del club, ma questa situazione già nel 1943 viene risolta con la riformazione del team rossonero. Toccato il fondo i toscani risalgono in maniera impetuosa; dopo l’ammissione a tavolino in Serie B nel 1946 basta solo un anno per riassaporare la gioia della massima serie. Per cinque stagioni, dal 1947 al 1952, la Lucchese militerà nuovamente in Serie A, diventando una matricola terribile per tutte e facendo dello stadio Porta Elisa un vero e proprio fortino inespugnabile. Sono anni d’oro per la città versiliana, spezzati dalla beffa dello spareggio salvezza contro la Triestina; dopo il 3-3 del 29 giugno 1952 a San Siro, la gara viene replicata sette giorni più tardi a Bergamo. Basta un gol degli alabardati per spedire le pantere fuori dalla Serie A, categoria che da allora non hanno più rivisto. Lo choc è talmente forte che la Lucchese vive stagioni da record negativi, subendo ben tre retrocessioni consecutive che nel 1954 la fanno sprofondare fino in IV Serie. E’ l’inizio di un incubo che finisce solo grazie alla promozione a tavolino del 1958. La risalita appare lenta e faticosa, il ritorno in B nel 1961 non da seguito alle speranze della città, tanto che i rossoneri vivono quegli anni navigando nei bassifondi della cadetteria ripiombando solo due anni dopo in C. Da quel momento, per tutta la seconda parte degli anni sessanta e tutto il decennio successivo, il club toscano si assesta su livelli assai modesti, tra alta Serie D e bassa Serie C, passando poi nel 1979 nella neonata C2. Per vivere una svolta bisogna attendere la stagione 1985-86, con l’acquisto della società da parte di Egiziano Maestrelli, industriale del luogo, che porta subito a ingenti investimenti tali da rendere le pantere una squadra nettamente superiore alla concorrenza. L’immediata promozione in C1 da seguito ad anni di assestamento fino al 1988, annata in cui sulla panchina del Porta Elisa arriva Corrado Orrico. Con le sue rivoluzionarie strategie, l’allenatore di Massa crea un piccolo capolavoro in Versilia portando nel 1990 dopo ventisette anni i rossoneri in B e vincendo sempre in quella stagione la Coppa Italia di categoria. E’ un periodo eccezionale per il calcio lucchese, nelle fila delle pantere arrivano in quegli anni giocatori di livello assoluto come Eusebio Di Francesco, Silvio Giusti, Oliviero Di Stefano e soprattutto Roberto Paci, bomber e vera istituzione del calcio lucchese. Al ritorno in cadetteria i toscani stupiscono tutti con un clamoroso sesto posto, ad appena due punti dalla A. L’impresa sfiorata porta Orrico addirittura all’Inter e al suo posto arriva un giovane tecnico di Viareggio, reduce da un’annata sfortunata a Cesena; si tratta di Marcello Lippi. Cambiano i tecnici ma la Lucchese entusiasma, sotto la guida del futuro tecnico campione d’Europa con la Juventus e del mondo con la Nazionale i toscani colgono un bell’ottavo posto e fungendo da scuola per i tecnici, visto che Lippi al termine della stagione sarà chiamato dall’ambiziosa Atalanta. Dopo tre stagioni in tono minore, nel 1995-96 le pantere tornano a ruggiure piazzandosi seste. Di fatto si tratta del canto del cigno; dopo due salvezze stentate, nel 1998-99 la Lucchese retrocede in C1 ed Egiziano Maestrelli cede la società a Aldo Grassi. Nonostante alcune stagioni di buon livello, con l’apice nel 2002 in finale dei playoff sconfitta dalla Triestina (ancora lei, cinquant’anni dopo), il club rossonero resta impantanato nei meandri della terza serie italiana, vivendo nel 2005 il passaggio societario al misterioso businessman di origine siriana Fouzi Hadj. I proclami servono a poco, tre anni dopo la Lucchese vive l’onta del primo fallimento, ripartendo dalla Serie D. La risalita appare spedita e vincente, già nel 2010 le pantere tornano in C1 sotto la presidenza di Giuliano Giuliani, ma la nuova beffa è dietro l’angolo: conclusa la stagione 2010-11 la Lucchese viene nuovamente dichiarata fallita. Inizia così un periodo di lotte interne, visto che il marchio viene rilevato da un gruppo di cui faceva parte Luigi Gallo, già noto per analoghe vicende a Piacenza come in altre piazze italiane, mentre i tifosi decidono di rifondare il club come F.C. Lucca in Eccellenza. Il fallimento della vecchia Lucchese, nel marzo 2012, riporta così in estate il marchio e la pantera sulle maglie di competenza. Una doppia gioia per i supporter toscani, visto che il loro team non ha avuto grosse difficoltà nel vincere l’Eccellenza e riportarsi in Serie D.
Il percorso: I rossoneri di Mr Innocenti hanno fino a questo momento totalizzato 8 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte ed hanno ben 9 punti in meno in classifica rispetto ai piacentini. Dopo un avvio di campionato comunque dignitoso, 17 punti in 6 partite senza sconfitte, la formazione toscana ha vissuto un vero e proprio black-out fra ottava ed undicesima giornata: in questo lasso di tempo il club presieduto da Nicola Giannecchi ha raccolto solamente 2 punti, sconfitto per altro anche dal fanalino di coda Riccione. Domenica scorsa la Lucchese ha battuto nel derby il Camaiore con le reti di Aliboni e Brega. Un percorso che resta decisamente discontinuo se si considerano le ambizioni iniziali del club.
Formigine – Lucchese 1-2
Lucchese – Mezzolara 0-0
Fortis Juventus – Lucchese 0-2
Lucchese – Fidenza 0-0
Forcoli – Lucchese 1-2
Lucchese – Rosignano Sei Rose 4-0
Lucchese – Real Spal 1-0
Massese – Lucchese 2-0
Lucchese – Atletico Van Goof 1-1
Bagnolese – Lucchese 0-0
Lucchese – Riccione 1-2
Pavullese – Lucchese 0-4
Lucchese – Tuttocuio San Miniato 1-0
Pistoiese – Lucchese 1-0
Lucchese – Virtus Castefranco 2-4
Camaiore – Lucchese 1-2
Punti di forza e di debolezza: i 22 gol realizzati fanno capire quanto il reparto offensivo dei rossoneri toscani possa incidere nell’arco di una partita. Il top scorer rimane Christian Brega, autore di sei centri stagionali. L’attaccante 25enne gode già di un’ottima esperienza del primo campionato dilettantistico: ha infatti giocato in serie D dal 2005 al 2007, indossando le maglie di Arzachena, Pontedera, Canelli ed Imperia, senza però riuscire ad incidere. Sono seguite 4 stagioni in Eccellenza, l’ultima con la maglia della Fortis Juventus davvero importante per l’attuale attaccante della Lucchese visti i 27 gol realizzati. Sarà il pericolo numero uno della partita. Segue a ruota, come numero di gol, Giacomo Canalini, decisivo già in diverse partite. Classe ’90, l’attaccante rossonero vanta già esperienze in Lega Pro Seconda Divisione o, come dicono i nostalgici, in C2. L’anno scorso, infatti, indossava la casacca della Colligiana, ma il suo impiego in campo era limitatissimo a giudicare dal numero esiguo di presenze: 2.
Attenzione anche a Fabio Aliboni. Giocatore con 3 realizzazioni all’attivo, decisivo domenica scorsa nel match con il Camaiore. Il centrocampista 25 enne ha un trascorso anche in Serie B con lo Spezia nella stagione 2006-2007, poi tanta C2 con la maglia del Valenzana. L’anno scorso giocava già nella Lucchese ed ha contribuito alla promozione in D del club toscano.
Fra i punti di debolezza dei ragazzi allenati da Mr Innocenti troviamo sicuramente la mancanza di continuità: il black out patito fra ottava ed undicesima giornata è la dimostrazione lampante dei cali di tensione patiti da questa squadra, una delle poche ad aver perso contro il Riccione ultimo in classifica.
Modulo: L’ex gloria locale e ora mister delle pantere Duccio Innocenti attua un aggressivo 3-4-3 per la sua Lucchese, uno schieramento assai spregiudicato tale da mettere sì sotto pressione gli avversari ma anche di lasciare parecchie lacune in fase di non possesso. I giocatori chiave per il funzionamento del sistema sono gli esterni De Vita e Chianese, entrambi dotati di caratteristiche principalmente offensive e spesso e volentieri arrembanti lungo le corsie esterne. Il difetto di entrambi è, appunto, la fase di contenimento; specie il laterale mancino Chianese appare non proprio a suo agio in fase difensiva, situazione che può creare problemi alla non velocissima linea a tre di retroguardia formata da Espeche, Carli e Angeli portata in questi casi a scoprirsi per rattoppare lacune. Ago della bilancia del centrocampo è il sapiente metronomo Redomi, mentre davanti il gioco si poggia sul bomber Brega, uomo d’area sul quale si concentrano le azioni dei due attaccanti esterni Gatto e Del Giudice, bravi sia in assistenza che nell’attaccare la profondità.
Ultima formazione: Casapieri, De Vita (34’ st Chiarabini), Angeli, Aliboni, Espeche, Carli, Gatto, Del Giudice (18’ st Lima), Redomi, Brega, Chianese (36’ st Canalini). A disp: Babbini, Rossi, Conti, Da Silva. All: Innocenti.