Una scelta forte a difesa del welfare e della qualità dei servizi socio-sanitari. E’ quella che ha fatto la Regione Emilia-Romagna con il Bilancio di previsione 2013, destinando alla sanità emiliano-romagnola risorse proprie aggiuntive pari a 150 milioni di euro e confermando il finanziamento di 70 milioni per il Fondo per la non autosufficienza (che potrà contare anche quest’anno su 430 milioni di euro).
E’ stato in questo modo contenuto il pesante impatto dei tagli statali al settore, che tuttavia restano significativi: 260 milioni di euro in meno, su un totale di minori trasferimenti all’Emilia-Romagna pari a 370 milioni. Si tratta dell’effetto congiunto delle due manovre dell’estate 2011, della spending review e della legge di stabilità che a livello nazionale prevede per la sanità 600 milioni in meno nel 2013 e 1 miliardo nel 2014.
La scelta di mettere al centro la difesa di sanità e welfare si associa all’altra opzione di fondo del Bilancio 2013: nessun aumento della pressione fiscale e nessuna manovra sui ticket, a fronte di un quadro economico e sociale che si conferma di particolare difficoltà.
Il Piano straordinario di sostenibilità per la sanità emiliano-romagnola messo a punto dall’assessore regionale alle politiche per la salute Carlo Lusenti si colloca in questo contesto e si muove tra due esigenze di fondo: da un lato garantire anche nel 2013 l’equilibrio finanziario, evitando il rischio concreto di incorrere in un Piano di rientro (le conseguenze sarebbero gravi: tetto massimo per ticket e tassazione regionale; azzeramento del turnover); dall’altro non arretrare e anzi rilanciare sul tema della qualità dei servizi, dell’innovazione e dell’integrazione del sistema, per dare risposte sempre più adeguate ai bisogni che cambiano. Proseguendo e rafforzando quel processo di riorganizzazione “a rete” in corso da alcuni anni e che ha prodotto i Nuclei per le cure primarie, le Case della salute, i diversi modelli di rete “Hub & Spoke”, ma anche gli acquisti in forma aggregata.
Il tema dell’equilibrio finanziario rappresenta dunque al momento la vera priorità. Minore urgenza riveste la questione dei posti letto, tema pur di fondamentale importanza. La spending review stabilisce infatti che i posti letto debbano passare da 4,6 a 3,7 per mille abitanti, il che significherebbe per l’Emilia-Romagna circa 2.500 posti in meno. Tuttavia manca ancora la proposta del Governo, inizialmente prevista per la fine di ottobre, solo dopo la quale potrà essere messo a punto il documento regionale. Tenendo conto dell’iter previsto, la valutazione è che la manovra non produrrà comunque alcun effetto concreto prima della metà del 2013.
Cosa prevede il Piano straordinario di sostenibilità
No a tagli lineari, sì a misure improntate a criteri di equità e appropriatezza.
Il Piano prevede quattro linee di intervento, oggetto di un articolato percorso di confronto con le varie rappresentanze professionali, sindacali e sociali del mondo sanitario e illustrate questa mattina dall’assessore Lusenti ai componenti della Commissione assembleare per la salute e le politiche sociali.
Tariffe
La Regione allineerà la tariffe ospedaliere con cui remunera le prestazioni di ricovero fatte dalle strutture pubbliche e private accreditate alla tariffa unica nazionale. Attualmente l’Emilia-Romagna ha tariffe mediamente più alte e la spending review stabilisce che dal 2013 la differenza rispetto alla tariffa unica nazionale andrà a pesare sui bilanci regionali.
Contemporaneamente la Regione ha deciso di modificare l’attuale articolazione tariffaria, passando da due a tre livelli di tariffe. Va sottolineato che già oggi la maggior parte delle Regioni ha un sistema tariffario che va da un minimo di tre a un massimo di sei livelli tariffari.
Turnover del personale
Negli ultimi 13 anni il personale della sanità emiliano-romagnola è cresciuto ininterrottamente anno su anno, categoria su categoria. Da qui la scelta di coprire il turn over in modo articolato, attestandosi su una percentuale di copertura media regionale del 25-30%, salvaguardando al massimo l’area assistenziale (turnover coperto nella misura del 70%).
Un “tavolo” sul rinnovo del contratto integrativo regionale per i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta
La Regione ha proposto di avviare un confronto con le rappresentanze sindacali dei Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta sul contratto integrativo regionale che vale 90 milioni di euro, per rivedere l’attuale sistema di incentivi, eliminando da un lato le sovrapposizioni che nel tempo si sono create con il livello nazionale e dall’altro individuando obiettivi più innovativi e utili alla qualificazione del sistema.
Beni e servizi
In questo caso si tratta di un adempimento imposto dalla legge nazionale. La spending review ha imposto alle Aziende sanitarie il recupero del 5% sui contratti in essere per la fornitura di beni e servizi. Dall’1 gennaio in base alla legge di stabilità questa percentuale viene portata al 10%.