«Una manifestazione per il lavoro e in difesa dell’occupazione per dare voce a quella maggioranza silente di dipendenti di Ikea e delle cooperative che vedono la loro posizione messa a repentaglio dalle nuove proteste appoggiate dai Si Cobas». E’ questa l’ipotesi ventilata dal segretario provinciale della Uil Massimiliano Borotti, che dopo i nuovi picchetti, che hanno già costretto il colosso dell’arredamento di Le Mose a rimandare a casa tutti i dipendenti del turno di mattina deposito 2, isolato dai blocchi dei manifestanti, riporta l’attenzione sul comparto logistico piacentino chiedendo una riflessione profonda a tutti gli attori in campo.
Per il segretario della Uil, infatti, la questione va affrontata su due livelli. Il primo, obbliga a interrogarsi sulle decisioni che vorrà prendere Ikea, che dopo i blocchi di inizio novembre aveva messo in atto un piano di emergenza che aveva comportato lo spostamento di volumi di lavoro da Piacenza ad altre sedi: «Ora – domanda Borotti – cosa succederà? Chi ci dice che se dovesse esservi un nuovo piano emergenziale sarebbe ancora temporaneo e non definitivo?». Su questo piano di riflessione entra in gioco anche il ruolo dei Si Cobas, che, osserva il segretario Uil, «da un lato chiedono il rispetto delle regole, mentre dall’altro sono i primi a violarle e a difendere chi le vìola, se è vero che l’unico lavoratore espulso è stato allontanato per aver alzato le mani su una collega donna». Se i fatti venissero confermati, a Borotti piacerebbe che ci fosse una netta presa di posizione da parte dei Si Cobas, soprattutto in un momento in cui, più che mai, il nostro Paese è tornato a dover stigmatizzare con forza le violenze sulle donne che, purtroppo, riempiono le cronache dei quotidiani.
Per Borotti, però, occorre anche fare un ragionamento di più ampio respiro sul comparto logistico. «E’ il momento – dice il segretario dell’organizzazione di via Scalabrini – che il polo diventi davvero un sito di logistica avanzata, e non un incompiuto come quello che oggi si presenta ai nostri occhi». Il segretario offre anche uno spunto per dare avvio a questa trasformazione: la creazione del’Agenzia per la logistica, un progetto abbozzato con la passata Amministrazione provinciale e rimasto a impolverarsi in un cassetto di via Garibaldi. «Prima del riassetto – propone Borotti – la Provincia dia un segnale forte in tal senso: sarebbe un primo tassello che ci aiuterebbe – insieme a un più marcata presenza in campo delle istituzioni – ad arginare casi come quello a cui stiamo assistendo, dove le proteste di una ventina di lavoratori mette a repentaglio la sussistenza di centinaia di famiglie».