AGGIORNAMENTO ore 14.30 – Sono stai tolti i picchetti, anche se non il presidio, davanti ai cancelli dell’Ikea di Le Mose. Da questa mattina, alle 4.30, era tornata la protesta dei Cobas per chiedere il reintegro di 12 lavoratori. La dozzina che, secondo il sindacato di base, sarebbe stato escluso con lettere di richiamo non giustificate. “Ormai sono 40 giorni che rimangono fuori senza giustificazioni” ha detto Mohamed Arafat. Così altri picchetti sono previsti per i prossimi giorni, a partire da domani: “Siamo ancora svegli, non siamo morti – ha annunciato Arafat – la lotta continuerà contro Ikea, non solo a Piacenza”. Le ccoperative, invece, hanno risposto che 4 dei 12 esclusi sono già stati ripresi a lavorare nel magazzino.
AGIORNAMENTO ore 9.30 – Ikea è stata costretta a mandare a casa tutto il personale del turno della mattina per quanto riguarda il deposito 2 mentre il deposito 1 resta operativo. Per il turno e le persone che dovrebbero entrare in servizio nel pomeriggio, si attendono gli sviluppi della mattinata.
Si ricomincia. Dall’alba di questa mattina tutti i cancelli per entrare nei magazzini Ikea del polo logistico piacentino sono bloccati da gruppi di facchini del Si Cobas di nuovo in lotta contro quella che loro definiscono una serie di ingiustizie. Su tutte, il mancato reintegro dei dodici lavoratori iscritti al sindacato autonomo sospesi da parte delle cooperative che gestiscono la logistica per la multinazionale svedese. Ieri l’annuncio dell’avvio delle pratiche per tutelarsi legalmente: una cinquantina di facchini si sono rivolti allo studio dell’avvocato Gianmarco Lupi per contestare i provvedimenti disciplinare e per far rilevare eventuali irregolarità nelle buste paga dei facchini che lamentano discriminazioni in termini di orari e retribuzione, ragioni che stanno alla base, dicono loro, delle proteste iniziate ormai un mese e mezzo fa e che il 12 novembre scorso avrebbero dovuto placarsi: c’è stato l’incontro tra le parti (consorzio di cooperative, rappresentanti Ikea e Si Cobas) e la speranza era che si raggiungesse una sorta di accordo. Così, evidentemente, non è stato. E già ieri era stata annunciata la ripresa della lotta sotto forma di blocchi e picchetti.
E con essa ricomincia il calvario di quei lavoratori Ikea (la maggior parte) che invece vorrebbero poter continuare a fare il loro dovere senza essere costretti a rimanere fuori dai magazzini e dagli uffici con la forza. “Le altre volte non era così – riferisce uno dei dipendenti – Nel senso che i blocchi riguardavano i tir ma gli altri riuscivano comunque a entrare. Oggi saranno entrate davvero quattro macchine in tutto. E ci hanno fatto capire chiaramente che si stava fuori o erano botte”. Morale, da stamattina all’alba i lavoratori Ikea che non appoggiano la protesta dei Cobas sono riuniti al magazzino 1, quello più “vecchio” per intenderci, di fronte al Palabanca, in attesa di capire cosa accadrà. Le forze dell’ordine sono sul posto e tengono d’occhio il picchetto principale con circa una trentina di facchini Cobas, ma ci sarebbero altri piccoli gruppi che bloccano tutti gli ingressi.