Filosa aveva prestato dei soldi a Mainardi perché si trovava in difficoltà. L’imprenditore glieli aveva restituiti, usando gli assegni di alcuni familiari perché lui era protestato e non poteva avere un proprio libretto. E’ emerso oggi nell’udienza del processo che vede imputati Alfonso Filosa, ex responsabile della Direzione del lavoro, e l’imprenditore milanese Morgan Fumagalli, entrambi accusati di corruzione (Filosa ha anche concussione e rivelazione di segreti d’ufficio). Filosa, secondo le accuse della procura, dietro pagamento avrebbe informato in anticipo alcune aziende dei controlli dell’Ispettorato del lavoro.
Le dichiarazioni dei testimoni hanno soddisfatto i difensori di Filosa, gli avvocati Luigi Alibrandi e Benedetto Ricciardi. Mainardi era l’imprenditore che venne arrestato insieme a Filosa dopo la consegna di un assegno al direttore nel giugno del 2009.
Cinque le persone sentite, tutti familiari di Mainardi: dalla convivente, alla sorella, al cognato, alla nipote. Il pubblico ministero Antonio Colonna ha mostrato loro gli assegni che portavano le loro firme. Loro hanno riconosciuto le firme, anche se importi e destinatario erano stati scritti da altre mani. Insomma, Mainardi riceveva gli assegni dai parenti e li girava a Filosa, con il quale, secondo le testimonianze, aveva un debito di 20-30mila euro.