Al Municipale serata interamente dedicata a Giuseppe Verdi

Secondo appuntamento venerdì 23 novembre, alle ore 20,30, con la Stagione Concertistica 2012-2013 del Teatro Municipale di Piacenza. Una serata interamente dedicata a Giuseppe Verdi in occasione del Bicentenario della nascita con protagonisti la Filarmonica Arturo Toscani diretta dal maestro Maurizio Zanini (in foto) e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto dal maestro Corrado Casati. Ospite il soprano lituano Ausrine Stundyte

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Giuseppe Verdi e la sua musica saranno protagonisti venerdì 23 novembre, alle ore 20.30, del secondo appuntamento con la Stagione Concertistica 2012-2013 della Fondazione Teatri di Piacenza. Sul palco del Municipale la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Maestro Maurizio Zanini, il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto dal maestro Corrado Casati e il soprano lituano Ausrine Stundyte. Una serata interamente dedicata alle più celebri pagine corali verdiane che permetterà di ripercorrere la carriera del maestro bussetano dal punto di vista di una risorsa sonora ed espressiva – il coro – cui di volta in volta erano affidati nuovi compiti, funzioni e peculiarità di scrittura.

Il concerto di venerdì offrirà, però, anche l’occasione per riflettere sulla strada che queste melodie hanno percorso dall’istante della loro elaborazione fino ai nostri giorni, una rete intensa e capillare, che ha ben presto superato le porte dei teatri risuonando nelle città e nei paesi per mezzo delle bande, delle voci più o meno allenate, dell’organista intento ad accompagnare il rito, e tanto altro.

Nel melodramma di fine Settecento il coro svolgeva soprattutto una funzione complementare, al pari degli arredi scenici forniva il corredo alla trama senza incidere concretamente nel suo svolgimento. Nell’età di Rossini al coro si iniziò ad affidare un brano convenzionale, in cui non è difficile individuare un modello assoluto e sempre appropriato.

In quegli anni, infatti, la presenza del ‘popolo’ in scena, specie in drammi di evidente implicazione politica come Guglielmo Tell o nella Caritea Regina di Spagna di Mercadante, ha reso le sue invocazioni alla libertà e al patriottismo dei perfetti strumenti di propaganda. Non è dunque difficile ritrovare un simile ingrediente nelle opere verdiane degli anni fra il 1842 e il 1849. Qui il coro non solo fa da sfondo o commenta la vicenda, ma esercita un ruolo di rilievo per la frequenza degli interventi. Tutto parte dal Nabucco in cui Verdi costruisce delle scene di massa, dalla grandiosità epica. Di conseguenza la musica, tende ad avere sonorità piene con effetti di assoluta energia. Il fatto che il nome di Verdi fosse associato a brani corali di notevole impatto emotivo e di ispirazione patriottica, lo rende uno dei protagonisti del movimento risorgimentale. Non si può non ricordare, tra le tante pagine che ci ha regalato il genio verdiano, il coro “Patria oppressa” del Macbeth, opera rappresentata la prima volta a Firenze, nel 1847, dove, tra i lugubri rintocchi delle campane che suonano a morto, il popolo scozzese oppresso dal dominio straniero piange la propria misera condizione.

Il coro è dunque per Verdi un personaggio vivo, che non fa da sfondo decorativo ma partecipa attivamente all’ azione. Ma Verdi va oltre: ridisegna il linguaggio e la drammaturgia dell’opera italiana e per mezzo della parola scenica racconta con ineguagliabile sensibilità, la solitudine e la sconfitta dei reietti della società: i maledetti, i deformi, i diseredati e ancora donne che si sacrificano come vittime di un destino avverso ma che le rende creature universali.