Sabato 17 novembre alle ore 18 da Placentia Arte Via Scalabrini 116 si inaugura la mostra personale di Silvia Hell
“A Form of History”. La mostra prosegue fino al 10 gennaio 2013
Orario galleria 16-19 escluso festivi e lunedi
Silvia Hell: forme di storia e scritture cartografiche
di Simone Frangi
Austria, 1938: l’annessione al Terzo Reich e la perdita della sovranità. Il crollo a livelli zero e lo smarrimento della solidità territoriale. Austria, 1955: la riconquista dell’autonomia politica e dell’identità nazionale.
Questa la griglia di lettura della “cesura” presente in Markgraf II (A), uno dei primi volumi scultorei ad aver preso corpo nel progetto A Form of History, in cui Silvia Hell ritraccia la storia dei paesi europei in funzione della loro evoluzione territoriale negli ultimi 150 anni.
Spazio e tempo, due variabili convogliate in una scelta convenzionale, momento inaugurale di ogni strategia di misurazione. Forma e volume, i due poli tra cui si muove l’esercizio di codificazione e visualizzazione che quest’inedita forma di storia propone.
Il focus di Hell è posto sulle riconfigurazioni complesse della fisionomia dell’Europa tra il 1861 ed il 2011, sulle quali agisce una strategia di re-mapping politico, freddamente analitico, che con la chiarezza e la semplicità di un’intuizione visiva, fa convogliare uno spettro di valori multidimensionali in un’unica forma estetica, ottenuta attraverso il passaggio progressivo al volume. Al cuore dell’operazione, un sistema di traduzione normalizzante ed arbitrario che diventa parametro e preciso sistema di proporzione e di scala. L’ambizione di A form of History è stabilizzare un modello storico-geografico alternativo, attendibile e soprattutto funzionante. Piuttosto che sopprimere la validità dei metri che regolano l’atlante storico, lo stile di visione di Hell cerca di rettificarne parzialmente la configurazione semiotica, immaginando una co-presenza o uno scorrere parallelo di questi due sistemi eterogenei e non commensurabili.
Muovendosi tra esattezza ed approssimazione, Silvia Hell rimodula dall’interno l’idea di territorio, utilizzando come perno uno statement arbitrario che, procedendo metodologicamente, diventa regola. La scrittura cartografica che ne risulta aiuta a ripensare “in altri termini” la corrispondenza tra metamorfosi geografiche e decorsi storici, con l’obiettivo di creare un modello che deve potersi applicare a tutti gli stati europei, compresi i paesi del blocco sovietico, per il quale l’identificazione delle variabili è più controversa.
Ad uno sguardo d’insieme, sembra emergere chiaramente dalla configurazione espositiva di Hell il senso più profondo del constructional system teorizzato da Nelson Goodman, per il quale ogni “sistema” non è solo un modo di vedere il mondo, ma anche, e soprattutto, di farlo, di costruirlo, mettendo in evidenza le pratiche e le strategie che lo hanno lentamente composto.