Atlantis, è ufficiale: tutti licenziati entro l’anno. Oggi sciopero di 4 ore

E’ ufficiale da ieri sera: l’Atlantis di Sariano chiuderà i battenti il 31 dicembre. Una condanna senza appello, dunque, per i quasi 200 lavoratori che lavorano nello stabilimento che produce imbarcazioni di pregio, la cui qualità è riconosciuta in tutto il mondo.

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Una decisione piovuta  dall’alto con una lettera ai sindacati arrivata nel tardo pomeriggio di ieri in cui si annuncia il licenziamento di tutti i dipendenti, operai e amministrativi, e giustificata dal gruppo Azimut-Benetti, di cui fa parte Atlantis, dalla crisi del settore nautico e dalle perdite legate proprio alla produzione del cantiere nel comune di Gropparello. Levata di scudi da parte delle autorità e dei rappresentanti sindacali che restano convinti che la fabbrica abbia tutti i numeri per non morire. E oggi a Sariano si sciopera per quattro ore.

Prevedibili le reazioni degli operai, di cui abbiamo raccolto alcune dichiarazioni.

“Nessuno vuole accettare questa situazione, per questo abbiamo indetto lo sciopero di oggi pomeriggio. La notizia, per giunta, è arrivata da un giorno all’altro, non ne sapevamo nulla. Fortunatamente i sindacati ci stanno aiutando, stanno facendo tutto il possibile per salvare le nostre idee, i nostri posti di lavoro. Certo, non ci aspettiamo un gran futuro: l’Italia è questa, l’Europa è questa! Siamo preoccupatissimi perché i termini sono solo di due mesi, è chiaro che l’azienda è decisa a chiudere lo stabilimento a tutti i costi.”

Quali prospettive vi hanno dato? “Nulla di che: non crediamo ci siano prospettive particolari. Se poi pensiamo all’area di Torino, dove ci sono esuberi di centinaia di persone… credo sarà difficile ricollocare persone laddove già in 350 staranno a casa. Stamattina ero incredulo, apprendiamo le notizie addirittura dai media: siamo i diretti interessati e gli ultimi ad essere informati dall’azienda, ci tengono all’oscuro, non ci fanno sapere cosa succede realmente, o quanto meno ce lo dicono in ritardo! Dopo 13 anni di lavoro non ti aspetti un comportamento così: abbiamo letto sul giornale della chiusura dello stabilimento! E’ stato choccante, veramente anomalo.”

Da quando vi siete accorti dello stato delle cose? “Stiamo vivendo uno stato di difficoltà dal 2008: si sono succedute sezioni di cassa integrazione e sezioni di mobilità. Però la dirigenza aveva prospettato un programma di 90 imbarcazioni, per l’anno nautico in corso, quindi c’erano le premesse per poter ricorrere almeno alla cassa integrazione, non certo per una decisione di questo tipo.”

LICENZIAMENTI ATLANTIS, CAVALLI (LN): “SDEGNO E RABBIA. BECERE LOGICHE DA ‘USA E GETTA’”

“E’ grande lo sdegno e la rabbia per la decisione dell’Atlantis di licenziare i 180 dipendenti di Sariano di Gropparello. Per anni l’azienda ha formato e si è avvantaggiata della professionalità e competenza di abili artigiani della nautica che oggi non esita a definire ‘esuberi’. Questo è il modo di fare impresa che non ci piace. La crisi non può essere una giustificazione di queste becere logiche da ‘usa e getta’”.

Così il consigliere regionale della Lega Nord Stefano Cavalli all’indomani della comunicazione preventiva di licenziamento ai 180 dipendenti Atlantis di Sariano di Gropparello.

“Esprimo la mia massima solidarietà a tutti i lavoratori – dice Cavalli –. Indigna pensare che questo violentissimo taglio al personale sia stato calato come una mannaia sulla testa dei dipendenti, sia stato assunto come decisione d’imperio dai vertici aziendali e non renda ragione degli anni di onorato servizio di uno stabilimento d’eccellenza. Stupisce inoltre che gli appelli istituzionali siano stati totalmente ignorati e che nemmeno l’annunciato coinvolgimento del ministero dello Sviluppo economico sia servito a far desistere la dirigenza dai propositi di licenziamento. Purtroppo, casi come quello dell’Atlantis ancora una volta ci fanno guardare con grande ammirazione (e malcelata invidia) al modello tedesco, dove i rappresentanti dei lavoratori partecipano alla gestione delle imprese, dove un’azienda come la Volkswagen nel 1993 superò una crisi nera preferendo a 30mila licenziamenti l’adozione della ‘settimana corta’, dove il sistema cosiddetto ‘duale’ di alternanza scuola – lavoro ha minimizzato la disoccupazione giovanile, attestata all’8 per cento, contro il 34 per cento italiano”.  


A supporto della domanda inoltrata dalle organizzazioni sindacali confederali nella giornata di mercoledì, l’assessore provinciale alle Politiche del Lavoro Andrea Paparo ha richiesto nelle scorse ore una convocazione urgente al ministero dello Sviluppo Economico sulle prospettive di Azimut-Benetti Spa (divisione Atlantis), con particolare riferimento allo stabilimento di Sariano di Gropparello.

Nelle scorse settimane il presidente del Gruppo, Paolo Vitelli, ha infatti annunciato che, nell’ambito del programma volto a disegnare il futuro della società  nautica, è prevista la cessazione dell’attività nel cantiere di Sariano che attualmente occupa circa 180 dipendenti. Una prospettiva, quest’ultima, confermata ufficialmente dall’amministratore delegato Paolo Casani nel corso di uno specifico incontro organizzato dall’assessorato al Lavoro della Provincia di Piacenza lo scorso lunedì 5 novembre.

“L’obiettivo – spiega l’assessore Paparo – è promuovere un confronto su scala nazionale sulle strategie del Gruppo al fine di valutare ogni possibile alternativa ad una decisione che colpisce il territorio piacentino con gravissime ricadute sul piano occupazionale”.

Intanto è già in programma per la prossima settimana un vertice locale sulla situazione di Atlantis. All’incontro, convocato dall’assessore Paparo, sono stati invitati i Comuni di residenza dei lavoratori dello stabilimento di Sariano di Gropparello (Gropparello, Piacenza e Carpaneto), i parlamentari piacentini, l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, i consiglieri regionali piacentini e le organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil.

“La riunione – ha sottolineato Paparo – è mirata a definire un’azione congiunta delle istituzioni e delle parti sociali a livello locale in vista del trasferimento del caso Atlantis su scala nazionale”