Nell’ambito delle politiche regionali di tutela e accoglienza dei minori, il varo della nuova direttiva in materia di affidamento familiare e accoglienza in comunità di bambini e ragazzi segna una svolta nella promozione del benessere dell’infanzia e dell’adolescenza. Di questo tema, delle novità ad esso collegate e degli scenari futuri in ambito locale, se ne è parlato in una conferenza promossa dall’assessore alle Politiche Sociali Paola Gazzolo, che ha visto la presenza di Lorenzo Campioni, dirigente del Servizio Politiche Familiari, Infanzia e Adolescenza della Regione Emilia Romagna, assieme alle funzionarie Margherita Govi e Chiara Cicognani. Al centro del dibattito, a cui erano invitati anche tutti gli operatori del settore, le novità presenti nella nuova direttiva. In particolare, si è parlato delle risposte ad alcune criticità che la direttiva vuole offrire, ovvero il costante aumento dei minori e dei nuclei mamma-bambino affidati ai servizi sociali, l’eccessiva permanenza nel sistema di accoglienza, l’aumento dei minori stranieri, dei bambini vittime di violenze e con bisogni psicologici. A tale scopo la direttiva fissa degli obiettivi: appropriate scelte di allontanamento, recupero della competenza genitoriale e sostegno a chi accoglie. Il tutto in un’ottica di aumento delle tipologie di comunità autorizzate al trattamento di casi sempre più complessi, che passano così dalle 4 precedenti alle 10 attuali, per garantire risposte maggiormente personalizzate. Per quanto riguarda invece le tipologie di affidamento, si registrano: l’affido a parenti, part-time, eterofamiliare, in emergenza per bambini da 0 a 6 anni, affido mamma-bambino ed a famiglie della stessa cultura (omoculturale). Dopo aver sottolineato il valore dell’affido, quale strumento dinamico della vita del minore e della sua famiglia, che non si esaurisce nell’allontanamento dal nucleo problematico, ma deve essere sostenuto da una progettualità, finalizzata al rientro del bambino nel proprio nucleo familiare, l’assessore Paola Gazzolo ha quindi ribadito la volontà da parte della Provincia di Piacenza di "stimolare la riflessione su base provinciale rispetto agli aspetti innovativi e di adeguamento della rete sociale individuati nella direttiva". Inoltre, l’assessore ha voluto rimarcare la necessità di "facilitare il dialogo interistituzionale per arrivare alla definizione del coordinatore unico provinciale, sostenere e incentivare il lavoro del Tavolo di coordinamento minori, e continuare nella progettazione di interventi rispondenti ai bisogni del territorio". Durante l’incontro sono intervenuti anche Elisa Cavazzuti, Direttore Sociale Azienda USL di Piacenza, Stefano Verdelli, Commissario Capo Seconda Sezione Squadra Mobile Questura di Piacenza, Maria Angela Tiramani, Responsabile Area Minori del Comune di Piacenza, Barbara Vaciago, Presidente Associazione Dalla parte dei bambini, e Alberto Manzoni, Rappresentante Coordinamento Accoglienza Minori (CAMINO).