Il sostegno a un progetto volto ad aiutare i bambini della prefettura di Avè, in Togo (Africa), rappresenta il primo intervento di cooperazione decentrata finanziato dalla Provincia di Piacenza, che dal 2007 ha iniziato a stanziare apposite risorse in tal senso, recependo così anche gli orientamenti dell’ONU in materia di lotta alla povertà e all’impoverimento. Il progetto, finanziato dalla Provincia con un contributo di 7mila euro su indicazione delle associazioni che fanno parte del Coordinamento Piacenza Città di pace, viene portato avanti dall’Associazione Avè di Pontenure unitamente ad Ajvad Togo, ovvero l’Associazione dei giovani volontari per lo sviluppo in Togo. Se ne è parlato oggi in Provincia, in conferenza stampa, presenti l’assessore alle Iniziative Istituzionali per la Pace Fernando Tribi e due volontarie dell’associazione Avè, Francesca Molinari e Marta Montanini. Di durata quadriennale, il progetto è stato avviato nel 2006 e si concluderà nel 2010. Ha un costo complessivo di 24.432 euro, coperti in parte da contributo locale (3089 euro), il resto da partner esterni, e viene realizzato nel villaggio di Assahoun, che si trova nella prefettura di Avè, zona del Togo abitata prevalentemente da contadini con un livello di vita molto basso: famiglie povere con molti figli e nelle quali, per necessità, le figlie femmine sono messe in secondo piano rispetto ai maschi e non vengono, di norma, mandate a scuola (chi di loro ci va non supera, per lo più, il primo ciclo di studi). Il progetto vuole non solo favorire la scolarizzazione delle bambine ma anche aiutare tutti i bambini poveri, realizzare scuole con servizi igienici adeguati e promuovere la scolarizzazione delle persone anziane. Si è già realizzata una prima fase del progetto e si sta realizzando la seconda, iniziata nel luglio scorso e che ha portato alla costruzione di 4 latrine a secco (non è una banalità, soprattutto per un villaggio rurale Assahoun) e all’acquisto di materiali scolastici (divise, cancelleria, regali ai bambini). Si sono anche avviati i lavori di costruzione di una sede in muratura per la Scuola Primaria (tre aule e un ufficio per la Direzione scolastica, le lezioni si svolgono attualmente sotto una tettoia).Tra i risultati attesi, il regolare inizio delle lezioni per i bambini, ogni anno costretti a ritardare di un mese circa l’inizio della scuola per raccogliere la paglia nella boscaglia e aiutare a risistemare il tetto dell’edificio esistete, quando non tutta la struttura di sostegno. Per terminare le successive due fasi del progetto (completamento infrastrutture scolastiche e assistenza economica ai ragazzi per i prossimi anni scolastici) occorrono ancora 19.154 euro, dei quali 3.090 sono a carico di Ajvad Togo e del villaggio e 16.064 devono essere coperti da un finanziamento esterno. Il progetto avrà ricadute positive sotto molti aspetti: tra l’altro, la scolarizzazione dei bambini e il miglioramento della situazione igienico sanitaria (si preverranno diverse malattie, su tutte il colera)."Siamo la prima generazione – ha tra l’altro affermato Tribi in conferenza stampa – che può realizzare uno degli obiettivi del millennio che l’ONU si è posta: l’eliminazione della povertà, il più antico nemico dell’umanità. Dipende solo da noi, abbiamo le capacità tecnologiche ed economiche per garantire a tutte le persone che vivono sul pianeta l’educazione primaria e pari diritti. L’ONU ha chiesto a tutti i Paesi ricchi di destinare lo 0,7% dei loro bilanci al conseguimento di questo obiettivo, il nostro governo si sta muovendo in questo senso ed altrettanto sta facendo la Provincia di Piacenza, d’intesa con l’associazionismo locale, che ogni giorno opera per garantire ai Paesi del Terzo Mondo migliori condizioni di vita". "Un grazie alla Provincia , per l’aiuto che ci dà – ha detto Francesca Molinari – La nostra associazione è nata nel 2005 ed è composta da giovani. Il progetto che stiamo portando avanti in Togo coinvolge tutta la comunità, ragazzi delle scuole compresi, che stanno portando avanti un progetto di gemellaggio con i loro coetanei del Paese africano. E’ un progetto che punta, soprattutto, a creare relazioni e che vuole aiutare i cittadini africani ad autososostenersi, ad essere autonomi". .Sui contenuti del progetto si è in particolare soffermata Marta Montanini "Come diceva Don Mlani – ha tra l’altro detto – i contadini hanno vergogna di chiedere; noi vogliamo aiutare i contadini di Assouhan a non aver vergogna di chiedere, ad essere autonomi, a saper costruire da soli il loro futuro".