Domande, tante. E le risposte in arrivo, ne suggeriscono altre ancora. Il percorso che CGIL CISL UIL intravvedono indirizzato verso la sanità di domani, segna una tappa importante il prossimo 3 dicembre con l’incontro dedicato alle “Case della salute”, aperto agli amministratori, medici e operatori della sanità ma anche ai cittadini che vogliono capire che cosa accadrà con il passaggio ad un nuovo modello di sanità territoriale. Se gli incontri organizzati finora a Bobbio, in collaborazione con quella Amministrazione Comunale (avvenuto il 24 novembre, dedicato all’Ospedale di Comunità dell’Alta Val trebbia) e prima ancora a Piacenza (8 ottobre) hanno avuto una buona partecipazione di pubblico, soprattutto interessato alla riorganizzazione della rete ospedaliera (nuovo ospedale a Piacenza, il nodo Fiorenzuola-Villanova, ancora da sciogliere), adesso è il momento di condividere le conoscenze e le progettualità sulla “medicina d’iniziativa”, la cura della cronicità, la continuità assistenziale da assicurare alle comunità della Provincia di Piacenza, cioè su “le case della salute”.
Le domande sono numerose: cosa si fa in una “casa della salute”? Come la si realizza in montagna? E in città? Per i 280.000 piacentini ci sarà uniformità di accesso? Se è nodo di una rete, qual è il rapporto con il “sociale”, e quale rapporto con gli ospedali? Quali patologie seguirà la “medicina d'iniziativa”? Quali sono i costi? E i tempi quali saranno?
Al convegno, quindi, tante cose da capire. I lavori si svolgeranno il prossimo 3 dicembre, con inizio alle ore 10, presso la Sala Colonne dell’Ospedale G. da Saliceto in via Taverna a Piacenza. L’intento è quello di far esprimere il protagonismo di medici e operatori della sanità, come svela la partecipazione di medici come relatori (dott.ssa Anna Maria Andena – Medico di famiglia, dott.ssa Mirella Gubbellini – Direttore Assistenziale Ausl e dott. Giuseppe Gregori- Pediatra di libera scelta), oltre alla presenza del direttore generale della AUSL, Luca Baldino, che potrà fornire alcune risposte ai quesiti.
Pochi giorni fa una ricerca internazionale ha dato i voti alla sanità dell’Emilia Romagna: risulta al primo posto in Italia per qualità dell'offerta sanitaria e capacità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione. Lo studio assegna all'Emilia-Romagna 7,3 punti (il range è da 1 a 10); seguono la Lombardia (7 punti), poi Toscana e Trentino Alto Adige. Un risultato di indubbio prestigio e, al tempo stesso, il segnale che c’è un margine di miglioramento, che forse è più a portata di mano di quanto non si creda, che vale certamente la pena di provare a raggiungere.
Le “case della salute” hanno molto a che fare con questi, obiettivi, goals da segnare insieme, in particolare a vantaggio delle fasce di età più delicate, i bambini e gli anziani. Il convegno promosso da CGIL CISL UIL è sia occasione di ascolto che di espressione da parte dei cittadini sulle esigenze del territorio.