Un buco da 1 milione di euro, finisce in carcere l'amministratore di condominio piacentino che insieme al figlio è accusato di appropriazione indebita e truffa, reati commessi ai danni dei palazzi della città di cui era responsabile. Le indagini risalgono alla fine del 2013 quando l’uomo, all’epoca dei fatti 66enne, e il figlio allora 30enne, titolari di uno studio di San Nicolò, furono sfiduciati dagli stessi condòmini, resisi conto di manovre economiche poco chiare da parte dei due. E dopo le prime denunce formulate ai carabinieri, gli inquirenti iniziarono a indagare passando al setaccio i conti di tutti i 120 condomini amministrati dal 66enne. Al termine delle indagini risultò “mancante” circa 1 milione di euro da 73 condomini, sottratto tramite richieste alle banche formulate sulla base di documenti falsificati o tramite prelievi diretti. Operazioni iniziate nel 2011, due anni prima che i residenti iniziassero ad avere i primi sospetti.
Il 18 maggio scorso padre e figlio hanno scelto il patteggiamento: il primo è stato condannato a 3 anni e 2 mesi, mentre il secondo a 1 anno e 9 mesi (pena sospesa). Questa mattina, giovedì 24 novembre, il 69enne è stato condotto in carcere.