Massimo Ranieri manca dal 1994 dal Teatro Municipale di Piacenza, quando andò in scena in “Teatro Excelsior” diretto da Maurizio Scaparro. Un evento quindi molto atteso il suo nuovo spettacolo “Teatro del Porto”, con versi, prosa e musica di Raffaele Viviani, che arriva a Piacenza fresco di debutto per la Stagione di Prosa “Tre per Te” 2016/2017 organizzata da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano. Appuntamento martedì 29 e mercoledì 30 novembre alle ore 21. Ancora una volta diretto da Maurizio Scaparro, Ranieri sarà in scena con un ricco cast formato da 8 attori e un’orchestra di 6 musicisti. Lo spettacolo prodotto dalla Compagnia Gli Ipocriti si avvale delle elaborazioni e ricerche musicali di Pasquale Scialò e di scena e costumi di Lorenzo Cutuli.
Dopo il successo di “Viviani Varietà”, Ranieri e Scaparro affrontano ancora una volta il grande drammaturgo Raffaele Viviani, attraverso il quale il pubblico incontrerà la ricchezza antropologica e culturale della “Napoli dei quartieri”. Un viaggio teatrale per ricordare sogni e delusioni di una grande città e riscoprire parole vecchie e nuovi significati come “mediterraneo”, “emigrazione”, “cultura” e “teatro”.
La Napoli di Viviani fatta di poesia, parole e musiche si intreccia alla dimensione del varietà, in un succedersi caleidoscopico di canzoni e numeri in prosa, per raccontare storie di emigrazione, di miseria, di famiglie in rovina, attuali e vere oggi come all’epoca dell’autore.
«Esiste in alcuni di noi – scrive Maurizio Scaparro nelle note di regia – la memoria storica o il lontano ricordo di una Napoli vissuta mentre già stava cambiando. Questa preziosa memoria è stata, per Massimo Ranieri e per me, il primo filtro ma anche lo stimolo, dopo la felice esperienza di “Viviani Varietà”, per continuare a lavorare su un nuovo spettacolo che potesse avere come testimonianza di questo mondo, così ricco, la figura stessa di Raffaele Viviani attraverso il suo teatro (particolarmente quello degli atti unici), le sue parole, il suo canto scenico privilegiando così quel vitalissimo giacimento culturale e musicale che era la Napoli dei quartieri, quella parallela urbana (aperta all’influenza e alle commistioni con il teatro e il Varietà europeo) e di un altro sud che premeva sulla città. È nato così “Caffè del Porto” pensando ad uno spazio neutro sospeso tra il mare e la terra (quasi un “porto delle nebbie” come l’abbiamo chiamato durante le prime prove) uno spazio che favorisse lo scambio di conoscenza e di speranze che veniva dal mare e dove vorremmo che Raffaele Viviani ci portasse per mano attraverso il suo teatro e la sua musica per ricordare sogni e delusioni di una grande città, e per accompagnarci verso un futuro già cominciato».