Vendeva la compagna per comprare droga, sfruttatore e spacciatori arrestati

Sembrava il suo salvatore, si è rivelato il suo aguzzino. Una donna di 30 anni, rumena, spinta dalla necessità di denaro, aveva iniziato a prostituirsi in modo indipendente, senza protettori. Tra i suoi clienti più frequenti un uomo di 40 anni, siciliano. Col passare del tempo tra i due è nato qualcosa di più rispetto al semplice rapporto in cambio di denaro, prima una simpatia, poi un sentimento sempre più forte, tanto che alla fine il 40enne ha deciso di andare a vivere a casa della giovane e tra i due è iniziata una vera e propria relazione. Con ogni probabilità la ragazza sognava di aver trovato finalmente l’uomo della sua vita, colui che l’avrebbe strappata dalla strada donandole una quotidianità dignitosa. E invece no. L’uomo non ha mai avuto questa intenzione, anzi. Non solo la ragazza ha continuato a prostituirsi, ma il compagno è di fatto divenuto il suo sfruttatore, uno sfruttatore violento e soffocante. Se prima la ragazza, se non altro, riusciva a intascarsi i soldi guadagnati per poi spenderli per se stessa, ora i soldi li doveva consegnare al convivente. Se prima la ragazza si vendeva fino a quando le bastava o fino a quando riusciva, ora era lui a decidere quando sarebbe dovuta tornare a casa. Quella casa di cui il 40enne si era di fatto impossessato trasformando la ragazza in una prigioniera nella sua stessa abitazione. Ribellarsi era impossibile a meno che la 30enne non accettasse di essere brutalmente picchiata: in un’occasione, nel gennaio scorso, era stata malmenata a tal punto da dover ricorrere alle cure del pronto soccorso con ferite da 30 giorni di prognosi. Alla base di questo incubo la droga. L’uomo infatti era un forte consumatore di cocaina, un’abitudine talmente radicata che ormai il suo stipendio da operaio non gli bastava più. Per questo obbligava la giovane a prostituirsi, in modo da utilizzare i soldi da lei guadagnati per acquistare gli stupefacenti. Sostanze di cui faceva uso anche la donna.

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Una notte, però, per la giovane straniera si è accesa una luce in fondo al tunnel. Una luce rappresentata dai volontari di “Oltre la Strada”, un’associazione che si occupa di avvicinare le prostitute lungo i marciapiedi e tentare di instaurare con loro un dialogo nel tentativo di liberarle dalla loro drammatica situazione. Processi a volte molto lunghi perché le vittime di questo racket hanno paura di ribellarsi ai loro sfruttatori e temono comunque di non avere scampo. E’ necessaria tanta pazienza e tanta delicatezza. Le stesse qualità che i volontari hanno messo in campo con la 30enne protagonista di questa triste storia: la giovane, pian piano, dopo aver acquistato fiducia, sera dopo sera, ha iniziato a raccontare della propria condizione. A quel punto gli operatori sono riusciti a convincerla a sporgere denuncia. Una volta ufficializzato il suo racconto la polizia municipale guidata dal comandante Stefano Poma ha iniziato le indagini, coordinate dal pm Emilio Pisante. Prima di tutto è stato arrestato con l’accusa di lesioni e sfruttamento della prostituzione l’aguzzino di 40 anni: quest’ultimo, avendo forse intuito che qualcosa stava accadendo, aveva comprato in fretta e furia un biglietto per la Sicilia e si stava già imbarcando sull’aereo a Orio al Serio (Bergamo) quando è stato sorpreso dalla Polizia Aeroportuale, avvisata dagli agenti piacentini. Ora si trova in carcere alle Novate.

Ma non è finita qui. Dal momento che, come detto, l’uomo sfruttava la compagna per potersi acquistare la droga, gli agenti hanno deciso di capire chi fosse a vendere alla coppia quella enorme quantità di cocaina. E in effetti le indagini hanno portato gli investigatori sulle tracce di una banda di spacciatori molto radicata a Piacenza. Due di loro, un egiziano di 29 anni e un marocchino di 34 anni sono stati arrestati, mentre un loro complice egiziano di appena 18 anni è riuscito a fuggire in patria ed è tuttora irreperibile. Inoltre, avventurandosi in questo sottobosco fatto di droga e sesso a pagamento gli inquirenti sono venuti a conoscenza di un altro uomo, un albanese, anche lui coinvolto in un giro di sfruttamento della prostituzione: quest’ultimo è stato denunciato ma già da diverso tempo era tornato in Albania facendo perdere le proprie tracce.

Ulteriore segnale allarmante: tra i clienti della banda di spacciatori gli inquirenti hanno identificato anche numerosi minorenni, già assuntori di cocaina.