Massimiliano Finazzer Flory legge così e racconta Verdi al quale per altro somiglia. Un rapido e suggestivo excursus tra lettere ed episodi di vita che dilettano il pubblico della Banca di Piacenza, ripercorrendo le tappe salienti della vita del Maestro. Verdi ammira e conosce Schiller e Shakespeare (“Papà Shakespeare”). Il pianoforte di Massimo Morelli esegue le principali pagine del repertorio verdiano dal Nabucco a Rigoletto, la Traviata, il Trovatore ecc.…. mentre la narrazione prosegue… Verdi si reca dal Conte Cavour che gli propone la candidatura a deputato, accettata malvolentieri; il Maestro ama la sua campagna e si compiace di ospiti e amici che gli fanno visita; le sue terre, i suoi campi, il suo cane Lulù, la sua Peppina. Ma Verdi ama Parigi e Londra come San Pietroburgo e naturalmente Milano. Il Maestro vive il suo tempo e la storia d’Italia. Non volle mai comporre un inno nazionale ma compose l’Inno delle Nazioni per l’Esposizione Universale di Londra del 1864.
Finazzer Flory appare pensoso e critico poiché chi parla è Giuseppe Verdi; il procedere della biografia tratteggia la genesi delle opere, si pensi alla Messa da Requiem e al Falstaff, i due testamenti spirituali scritti in omaggio rispettivamente ad Alessandro Manzoni ed al senso della vita.
Al termine del suggestivo viaggio storico prende la parola il Presidente della Banca, l’avv. Corrado Sforza Fogliani, che sottolinea come nel mondo globalizzato in cui viviamo sia ancora più forte l’appartenenza ad un’identità cittadina come la nostra: Verdi è piacentino, come attestano i legami con il capostazione, il calzolaio e i tanti amici ricordati nelle lettere scambiate con Opprandino Arrivabene che saranno in mostra a Palazzo Galli da Lunedì 14 novembre prossimo fino a domenica 20 novembre 2016.
“Omaggio a Verdi. In mostra le lettere”
di Maria Giovanna Forlani
“Mio padre Carlo era oste, mia madre Luisa era filatrice; nella nostra osteria si ballava e la sera in cui sono nato, il 10 ottobre 1813, si faceva musica. Ero timido, magrissimo, il mio maestro fu un prete”. Massimiliano Finazzer Flory legge così e racconta Verdi al quale per altro somiglia. Un rapido e suggestivo excursus tra lettere ed episodi di vita che dilettano il pubblico della Banca di Piacenza, ripercorrendo le tappe salienti della vita del Maestro.Verdi ammira e conosce Schiller e Shakespeare (“Papà Shakespeare”). Il pianoforte di Massimo Morelli esegue le principali pagine del repertorio verdiano dal Nabucco a Rigoletto, la Traviata, il Trovatore ecc.…. mentre la narrazione prosegue… Verdi si reca dal Conte Cavour che gli propone la candidatura a deputato, accettata malvolentieri; il Maestro ama la sua campagna e si compiace di ospiti e amici che gli fanno visita; le sue terre, i suoi campi, il suo cane Lulù, la sua Peppina. Ma Verdi ama Parigi e Londra come San Pietroburgo e naturalmente Milano. Il Maestro vive il suo tempo e la storia d’Italia. Non volle mai comporre un inno nazionale ma compose l’Inno delle Nazioni per l’Esposizione Universale di Londra del 1864.Finazzer Flory appare pensoso e critico poiché chi parla è Giuseppe Verdi; il procedere della biografia tratteggia la genesi delle opere, si pensi alla Messa da Requiem e al Falstaff, i due testamenti spirituali scritti in omaggio rispettivamente ad Alessandro Manzoni ed al senso della vita. Al termine del suggestivo viaggio storico prende la parola il Presidente della Banca, l’avv. Corrado Sforza Fogliani, che sottolinea come nel mondo globalizzato in cui viviamo sia ancora più forte l’appartenenza ad un’identità cittadina come la nostra: Verdi è piacentino, come attestano i legami con il capostazione, il calzolaio e i tanti amici ricordati nelle lettere scambiate con Opprandino Arrivabene che saranno in mostra a Palazzo Galli da Lunedì 14 novembre prossimo fino a domenica 20 novembre 2016.
Maria Giovanna Forlani13 novembre 2016