Si fanno aprire con una scusa, poi derubano o rapinano gli anziani proprietari

“Non fateci video e foto” esclamano mentre entrano in caserma. Sono le tre nomadi arrestate l’altro giorno per rapina e furto aggravato in concorso, reati commessi ai danni di anziani della provincia di Piacenza. Sadoma Libiati di 33 anni, Silvia Lichtemberger di 37 e Monia Bianchi di 42 anni, le prime due residenti nel campo nomadi di Cadeo, la terza, anche lei nomade, residente in un’abitazione nella vicina frazione di Saliceto. “Non fateci video e foto”, il motivo è chiaro: “Quelle condotte in carcere sono vere professioniste del furto, compiono queste azioni da quando sono ragazzine, si può dire che sia il loro mestiere. Mostrarle pubblicamente in fotografia significa rendere il loro lavoro molto difficile, ma d’altra parte è quello che noi vogliamo fare” spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza Corrado Scattaretico. Anche perché i casi accertati tra furto e rapina sono due, ma gli inquirenti sospettano possano aver colpito altre volte. Per questo motivo i carabinieri invitano i cittadini che hanno vissuto furti simili a quelli che stiamo per raccontare a guardare le immagini in allegato ed eventualmente recarsi in caserma per parlare direttamente agli investigatori. Episodi anche violenti, motivo in più per cercare di arginare l’attività criminosa di queste tre donne.

Radio Sound

 

IL FURTO

In generale le tre, che non sempre agiscono insieme, seguono un copione piuttosto consolidato. Suonano a un campanello e chiedono di poter entrare con una scusa: un malessere, un bicchier d’acqua, una telefonata, un’emergenza di qualche tipo. Una volta entrate in casa una donna distrae i residenti, mentre l’altra con una scusa si allontana e inizia a rovistare dappertutto. E’ quello che è accaduto a un uomo di 86 anni di Roveleto di Cadeo il 29 settembre 2016. Protagoniste in quel caso Libiati e Bianchi. Dal momento che l’86enne aveva già subito altri furti in passato, il figlio aveva deciso di dotare l’abitazione di un sistema di videosorveglianza interno: scelta che si rivelerà intelligente e molto utile ai carabinieri in fase di indagine, dal momento che mostra tutto il siparietto delle due nomadi in azione. In quel caso, vien da dire fortunatamente, le due sono uscite di casa indisturbate con alcuni gioielli appena sottratti per un totale di circa 600 euro.

 

LA VIOLENTA RAPINA

Diversamente, invece, era andata cinque giorni prima a due coniugi di oltre 80 anni e con problemi fisici, residenti a Soarza, frazione di Villanova sull’Arda. A entrare in azione in questo caso sempre Libiati, questa volta insieme a Lichtemberger. Le due donne sono entrate sfruttando la solita scusa, una volta in casa, però, hanno scoperto che il bottino più ricco era proprio addosso al proprietario: una collana d’oro e alcuni anelli preziosi. Senza pensarci due volte le due donne hanno immobilizzato l’80enne e gli hanno strappato i gioielli per poi fuggire.

In entrambi i casi sono stati i figli a denunciare quanto accaduto. I carabinieri di Fiorenzuola e Villanova hanno lavorato insieme seguendo piste, visionando telecamere di sorveglianza pubbliche, risalendo alla targa dell’auto utilizzata dalle tre. Alla fine delle difficili indagini il gruppo è stato fermato e le tre donne arrestate con l’accusa di rapina e furto aggravato. Discorso leggermente più complicato per Silvia Lichtemberger: la 37enne, infatti, era già agli arresti domiciliari all’epoca dei fatti e per commettere la rapina del 25 settembre aveva sfruttato le due ore libere concesse dal tribunale per svolgere le proprie commissioni. Commissioni, non rapine, e per lei è scattata anche l’accusa di evasione.

Nel contesto delle indagini è stato arrestato anche un uomo, sempre nomade, Dario Ruberti di 43 anni, per un furto commesso in un’abitazione di Rivergaro il 24 giugno 2008.