La Stagione Lirica 2016-2017 della Fondazione Teatri di Piacenza, dopo il successo di pubblico e critica riscosso dall’opera di Giuseppe Verdi Un ballo in maschera in scena i primi di ottobre, prosegue con La bohéme di Giacomo Puccini di nuovo in scena al Teatro Municipale dopo 14 anni venerdì 4 novembre alle 20,30 e in replica domenica 6 novembre alle 15,30 (in anteprima per il giovane pubblico delle scuole mercoledì 2 novembre alle 15,30).
A 120 anni dalla prima rappresentazione al Teatro Regio di Torino La bohème, che consacrò la collaborazione di Puccini con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, è l’opera più celebre del compositore toscano e a Piacenza sarà diretta da Nicola Paszkowski alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, del Coro del Teatro Municipale di Piacenza e delle Voci Bianche del Coro Farnesiano di Piacenza istruiti rispettivamente da Corrado Casati e Mario Pigazzini. L’allestimento, ideato dalla regista Cristina Mazzavillani Muti, è invece il frutto di una coproduzione internazionale che vede coinvolti Ravenna Festival-Teatro Alighieri di Ravenna, Lithuanian National Opera and Ballet Theatre di Vilnius, Fondazione Teatri di Piacenza e Fondazione Teatro Coccia di Novara.
La regista, dopo le trilogie verdiane degli anni passati, continua a percorrere le strade dell’high-tech con scene virtuali e proiezioni capaci di guidare il pubblico attraverso paesaggi visionari, in questo caso ispirati all’inesauribile fantasia onirica dell’opera di Odilon Redon. Il pittore francese, parte della grande costellazione Simbolista in cui brillano Gustave Moreau, Paul Gauguin, Stephane Mallarmé, seppe profondere persino nel più banale dei soggetti pittorici – i fiori – le metamorfosi indotte dalla memoria e dall’immaginazione. Questa duplicità e complessità di visione, che apre abissi tra i petali di un fiore o fra le ciglia d’una palpebra, trova la propria naturale eco nella percezione di Cristina Muti, per la quale Bohème non ha nulla di farsesco o lezioso, ma è piuttosto “intrisa di uno spirito ironico, disincantato e a tratti anche feroce e impietoso. […] E laddove c’è lo scherzo sento il beffardo, dove c’è il farsesco avverto la cattiveria sottile. Dove c’è il pianto sento l’urlo e dove c’è amore intravedo invece incomprensione, mentre dove c’è amicizia sento anche incomunicabilità”.
Il collaudato team creativo che la affianca da anni (Vincent Longuemare per le luci, Davide Broccoli video programmer e Alessandro Lai per i costumi) si arricchisce con la collaborazione dell’innovativo videomaker David Loom già distintosi sulla scena della video art con lavori dal tratto estremamente personale e tecnicamente molto avanzato.Pervade quest’opera la consapevolezza dell’ancor oggi sottovalutata influenza di Giacomo Puccini sul linguaggio musicale del Novecento, vale a dire la sua capacità di assimilare stili ed espressioni delle diverse correnti musicali europee in un nuovo linguaggio capace di raccontare storie che sono entrate a far parte del nostro immaginario.
Così La Bohème, secondo la regista, “è una porta che si apre verso il domani, che è già pieno Novecento, che conduce a Prokof’ev e a Berg, fino a Stravinskij e più oltre, al musical, a Gershwin, a Cole Porter, a Bernstein… c’è un debito generale nei confronti di Puccini da parte di tanta musica del Novecento, sonorità e atmosfere che riemergono come vere colonne sonore nelle musiche dei film e nel musical theatre”.
I protagonisti al centro della tragica vicenda Ispirata al romanzo di Henri Murger Scene della vita di Bohème sono Benedetta Torre nel ruolo della giovane Mimì, Damiana Mizzi in quello di Musetta e Alessandro Scotto di Luzio che dà voce al poeta Rodolfo. Ad interpretare i tre amici bohèmiens di Rodolfo sono invece Matias Tosi nel ruolo del pittore Marcello, Daniel Giulianini in quello del musicista Schaunard e Luca Dall’Amico in quello del filosofo Colline. Completano il cast Giorgio Trucco nel ruolo del padrone di casa Benoît, Graziano Dallavalle impegnato nel doppio ruolo di Alcindoro e del Sergente dei doganieri, mentre Ivan Merlo impersona Parpignol.